mercoledì 25 aprile 2007
Dopo la decisione della Vigilanza Cossiga vada da Funari
Sono rammaricato che il Presidente Cossiga abbia annunciato di non partecipare sabato prossimo alla trasmissione “Apocalypse Show” condotta su Rai 1 da Gianfranco Funari. Anche perché proprio ieri, in tempo reale, l’Ufficio di Presidenza della Commissione Vigilanza Rai ha unanimemente aderito alla richiesta avanzata in tal senso dal direttore generale Cappon. Evidentemente questa decisione non è stata ancora comunicata all’interessato. Per questo spero vivamente che il Presidente Cossiga riconsideri la scelta di non partecipare.
lunedì 23 aprile 2007
Gentiloni sbaglia, il "bollino di qualità" è elemento di trasparenza
Stupiti dallo stupore del Ministro Gentiloni. Il bollino di qualità non è un elemento marginale ma uno strumento per rendere più trasparente il rapporto tra la Rai e gli utenti che pagano il canone. Credevamo che il Ministro Gentiloni fosse dello stesso avviso.
Tv, Il Ministro Gentiloni e la Rai hanno cancellato il "bollino di qualità" dal Contratto di Servizio
Rilevo con stupore misto ad amarezza che dal testo finale del Contratto di Servizio tra Rai e ministero delle Comunicazioni è misteriosamente scomparso ogni riferimento al cosiddetto “bollino di qualità”, cioè a quell’emendamento approvato all’unanimità dalla Vigilanza che impegnava la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo “a rendere riconoscibili agli utenti, mediante l’apposizione di adeguati segnali visivi” la programmazione finanziata dal canone rispetto a quella finanziata dalla pubblicità. Inutile rimarcare che sarebbe stata una bella prova di rispetto istituzionale se il ministero delle Comunicazioni, sebbene non obbligato, avesse comunicato alla commissione di Vigilanza, cioè al Parlamento, l’avvenuto rigetto di un punto sostanziale e qualificante del testo. Anzi, è avvenuto l’esatto contrario, come potrà confermare l’on. Beltrandi, relatore del parere della Commissione, che ha tenuto i contatti con il ministero. Ma al di là di questo, è gravissimo che il ministro Gentiloni si sia piegato alla volontà della Rai, da sempre contrarissima a qualsiasi forma di evidente distinzione nell’offerta televisiva, cancellando con un tratto di penna una decisione unanime che avrebbe introdotto un principio di elementare trasparenza in favore dei cittadini-utenti-contribuenti. Dopo aver aumentato il canone, Gentiloni elimina ora un elemento particolarmente in grado di consentire un effettivo e puntuale controllo sull’utilizzo delle risorse e su quello schema di contabilità separata in base al quale la Rai chiede, anzi pretende da ministri compiacenti, l’aumento del canone.
giovedì 19 aprile 2007
SU CDA RAI IL MINISTRO PADOA SCHIOPPA INFORMI LA VIGILANZA
Illustre Ministro faccio seguito al carteggio delle scorse settimane, relativo all’eventualità che Ella, nella qualità di detentore temporaneo della maggioranza del capitale sociale della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, si trovi nella condizione di promuovere un’azione di responsabilità nei confronti di alcuno dei componenti il Consiglio d’Amministrazione della società, ovvero di revoca dal mandato. Nei giorni scorsi i rappresentanti di vari Gruppi presenti in questa Commissione mi hanno informato di nuove voci ed indiscrezioni concernenti tale eventualità, facendo riferimento anche ad ipotesi che sarebbero state avanzate in ambienti istituzionali. Tali colleghi mi hanno espressamente chiesto di intraprendere presso il Suo Dicastero tutte le iniziative atte a tutelare il Parlamento e le prerogative della Commissione, nel contempo sottolineando la singolarità della coincidenza di tali voci con il positivo esito della concertazione intercorsa tra il Governo e la RAI sullo schema di Contratto di servizio, nel quale sono state recepite tutte le indicazioni contenute nel parere della Commissione. Nella riunione di ieri martedì 17 aprile 2007, l’Ufficio di Presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, mi ha unanimemente conferito il mandato di richiamare le circostanze ed i contenuti del nostro precedente carteggio, il quale si concludeva con la Sua assicurazione che la Commissione sarebbe stata tempestivamente informata non solo dell’eventuale fissazione di riunioni dell’Assemblea della RAI e dei relativi esiti, ma anche di ogni altra iniziativa connessa alla vicenda in esame. Sono certo, signor Ministro, che ove si riscontrassero novità al riguardo Ella non trascurerebbe di darne tempestiva notizia a questa Commissione. Ugualmente, mi sento in dovere di richiamare le argomentazioni che ho già avuto modo di esporre circa la necessità istituzionale che la Commissione sia non solo adeguatamente informata degli sviluppi della vicenda, ma possa esercitare al riguardo il proprio ruolo e le proprie prerogative. Il nostro sistema, ispirato al criterio di mantenere nell’ambito parlamentare le funzioni inerenti l’indirizzo generale e la vigilanza del servizio radiotelevisivo pubblico, esclude quella diretta ingerenza nell’esecutivo in tali funzioni, che, di fatto ma inevitabilmente, si determinerebbe attraverso l’esercizio incondizionato di un’azione di responsabilità o di revoca degli amministratori della RAI da parte del Suo Dicastero. Da qui, la necessità di un coinvolgimento del Parlamento ed in particolare di questa Commissione, sia in termini generali di indirizzo politico, sia nei termini più specifici delle prerogative espressamente attribuite alla Commissione dalla normativa specifica ora vigente. Ciò, sia pure con le riserve circa l’attuale applicabilità di quest’ultima, che Ella ha formulato nella Sua del 6 febbraio scorso, e che io non mancherò, ove occorra, di rappresentare compiutamente alla Commissione, assieme alle mie personali considerazioni che pervengono alla conclusione opposta. Mi sembra inoltre che a queste ragioni debba aggiungersi l’ulteriore considerazione del rilievo, anche sistematico, che assume la recente pronuncia di parziale illegittimità costituzionale della legge n. 145 del 2002. Essa testimonia infatti del disfavore con il quale l’ordinamento giuridico nel suo complesso considera le disposizioni normative che legano le nomine dei vertici degli enti pubblici o di interesse pubblico al mutare delle maggioranze di Governo. Resto pertanto in attesa delle eventuali notizie o informazioni che Ella riterrà di trasmettere alla Commissione che ho l’onore di presiedere, e colgo l’occasione per inviarLe i migliori saluti.
mercoledì 18 aprile 2007
SU VICENDA BIAGI MAZZETTI CONFERMA LA MIA RICOSTRUZIONE
Mi sembra normale che si accetti una transazione per evitare il tribunale. Ho semplicemente ricordato, ed il direttore Del Noce lo ha confermato, che il dott. Enzo Biagi è uscito volontariamente dalla Rai e non senza soddisfazione come egli stesso ebbe modo di far sapere attraverso un apposito comunicato. Non vedo perché continuare a voler brandire la palma del martirio quando, come sottolinea lo stesso Mazzetti, Biagi rifiutò ben due proposte di contratto, una di Rai Uno e l’altra di Rai Tre. Questo per amore di verità e non di polemica.
martedì 17 aprile 2007
RISOLUZIONE SU "IN MEZZ'ORA", OCCASIONE PERDUTA? RESPONSABILITA’ DELLA MAGGIORANZA
Condivido le parole dell’on. Beltrandi, che ringrazio per aver evidenziato il mio tentativo di mediazione, quando afferma che oggi la Commissione di Vigilanza sulla Rai ha perso un’occasione. Nutro massimo rispetto per l’on. Beltrandi, per il lavoro che svolge nella Commissione, per l’impegno che ha profuso in questa vicenda così come in quella del parere sul Contratto di Servizio tra Rai e Ministero delle Comunicazioni di cui è stato solerte e puntuale relatore. Devo però ricordargli che la responsabilità dell’occasione perduta non va di certo addossata a chi, come la minoranza e segnatamente il senatore Storace ha accettato l’ipotesi di mediazione da me avanzata, ma va ricercata in quei gruppi che hanno preteso ed ottenuto dal relatore la cancellazione di qualsiasi riferimento alla trasmissione, già sanzionata dall’Agcom, da cui era scaturito l’intervento della Commissione. Bisogna rendersi conto una volta per tutte che la tutela del pluralismo informativo costituisce la ragion d’essere della nostra Commissione. Piegare questa elementare verità alle convenienze protette dalla forza del numero equivale a delegittimare il ruolo della Commissione stessa. E questo non può e non deve essere consentito.
PRODI NON DIFENDE ITALIANITA’
L’azione malsana del governo in tutta la vicenda Telecom sta diffondendo nel mondo l’immagine di un’Italia inaffidabile e ripiegata su se stessa. La rinuncia di AT&T non rappresenta la vittoria di disinteressati cantori di un farsesco “nazionalismo imprenditoriale” ma piuttosto la bruciante sconfitta di un intreccio perverso tutto nostrano tra banche ed imprese incapace di navigare in mare aperto e di misurarsi con le leggi della domanda e dell’offerta. Ed è proprio questo lo schema che Prodi intende difendere fino in fondo perché perfettamente corrispondente al sistema di potere che lo ha allevato.
mercoledì 11 aprile 2007
SU VICENDA TELECOM IL GOVERNO STA SPROFONDANDO NEL RIDICOLO
Sulla vicenda Telecom il governo rischia seriamente di sprofondare nel ridicolo: prima il piano Rovati ideato da Prodi per ripubblicizzare la rete dopo averla malamente privatizzata nel ‘97, poi l’adesione acritica alle “sacre” decisioni del mercato assicurata dall’on. Sircana, quindi l’annunciato decreto per lo scorporo della rete fissa puntualmente smentito dal ministro Rutelli mentre un altro ministro, Gentiloni, spaccia come aperture le bacchettate della Ue in merito alla ipotesi di separazione funzionale della rete. E non è finita: un altro ministro, Di Pietro, incita i piccoli azionista a ribellarsi per “far saltare il banco”. Tutto questo in merito ad un’azienda quotata in borsa. E meno male che avevano garantito di portare la “serietà al governo.
DA TG1 SCELTA CORAGGIOSA
La scelta del Tg1 di trasmettere le durissime immagini della barbara esecuzione dell’autista di Daniele Mastrogiacomo da parte di fondamentalisti talebani è stata coraggiosa, necessaria e - ritengo - particolarmente sofferta. Per questo ancor più apprezzabile. La testata diretta da Gianni Riotta ha adempiuto fino in fondo al ruolo di servizio pubblico contribuendo a rendere più chiare e comprensibili le ragioni della presenza italiana in Afghanistan. Gliene diamo volentieri atto. Su quel drammatico video riflettano ora i nostalgici dei talebani, i teorici delle conferenze di pace allargate ai terroristi, i fautori del nostro disimpegno da quella martoriata regione.
lunedì 9 aprile 2007
ASSESSORE GABRIELE SI DIMETTA
La cosiddetta “Agenda della Pace” stilata dall’Assessore regionale alla Cultura, Corrado Gabriele, rappresenta un capolavoro di faziosità politica mista al più vieto laicismo. Di tale grossolana operazione propagandistica a spese dei cittadini non è dato finora conoscere il costo né il numero di copie stampate né le modalità con cui verranno distribuite. Siamo in presenza di un’iniziativa arbitraria ed autoreferenziale rivolta alle scuole ma non concordata con le Istituzioni scolastiche, cha parla di pace ma discrimina le vittime, che pretende di coltivare la memoria nello stesso momento in cui cancella le tragedie. Quando un amministratore utilizza risorse pubbliche per scopi di parte ha il dovere di dimettersi. Sarebbe ora che l’assessore Gabriele prendesse in seria considerazione questa dignitosa soluzione.
ASSESSORE GABRIELE SI DIMETTA
La cosiddetta “Agenda della Pace” stilata dall’Assessore regionale alla Cultura, Corrado Gabriele, rappresenta un capolavoro di faziosità politica mista al più vieto laicismo. Di tale grossolana operazione propagandistica a spese dei cittadini non è dato finora conoscere il costo né il numero di copie stampate né le modalità con cui verranno distribuite. Siamo in presenza di un’iniziativa arbitraria ed autoreferenziale rivolta alle scuole ma non concordata con le Istituzioni scolastiche, cha parla di pace ma discrimina le vittime, che pretende di coltivare la memoria nello stesso momento in cui cancella le tragedie. Quando un amministratore utilizza risorse pubbliche per scopi di parte ha il dovere di dimettersi. Sarebbe ora che l’assessore Gabriele prendesse in seria considerazione questa dignitosa soluzione.
giovedì 5 aprile 2007
GRAZIE A VIGILANZA CONTRATTO DI SERVIZIO RIVOLUZIONARIO
La firma odierna del Contratto di Servizio tra Rai e ministero delle Comunicazioni rappresenta un fatto positivo che ora dovrà trovare seguito in atti concreti. Del resto, grazie alle modifiche apportate all’unanimità dalla commissione parlamentare di Vigilanza il nuovo contratto contiene novità assolutamente rilevanti per la Rai: dal bollino che consentirà agli utenti di distinguere i programmi finanziati dal canone da quelli finanziati dalla pubblicità all’introduzione della lingua dei segni nei tg, ai meccanismi di meritocrazia e trasparenza nella gestione aziendale senza trascurare le questioni legate alla qualità della programmazione, all’innovazione tecnologica e ad una più efficace e puntuale tutela dei minori. Insomma, una piccola ma significativa rivoluzione che consentirà alla Rai di essere più vicina ai cittadini e quindi di recuperare il senso di un autentico servizio pubblico radiotelevisivo.
mercoledì 4 aprile 2007
VIVA SODDISFAZIONE PER APPROVAZIONE UNANIME CONTRATTO DI SERVIZIO
Esprimo viva soddisfazione per l’unanime decisione del Consiglio d’Amministrazione della Rai di approvare il Contratto di Servizio tra la Società Concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo ed il Ministero delle Comunicazioni così come modificato dalla Vigilanza Rai. Il parere della Commissione, infatti, ha introdotto elementi distintivi del servizio pubblico con particolare riferimento al bollino di qualità, all’accesso alla programmazione degli utenti disabili, ad una complessiva, maggiore trasparenza dell’attività della Rai, che va dalla previsione di concorsi per il reclutamento del personale, alla conoscibilità delle retribuzioni alle informazioni da trasmettere alla Commissione di Vigilanza.
TELECOM SCONTIAMO PRIVATIZZAZIONI DI PRODI
Agli immemori del centrosinistra dico che oggi noi scontiamo una scellerataprivatizzazione fatta nel 1997 da Romano Prodi, il quale privatizza Telecom nel 1997 vendendola a circa dodici miliardi di euro. Qualche anno dopol'Enel, societa' pubblica, acquista per lo stesso prezzo Infostrada da Vodafone. E in Infostrada vi era la rete delle Ferrovie dello Stato, acquistata nel 1997 per 700 miliardi dilire pagabili in 14 anni.
L'anno dopo Olivetti vende alla Mannesman la stessa rete per 14 mila miliardi pagabili inunica soluzione.
Questa e' la storia di Telecom che coincidecon i governi di centrosinistra, la smettessero oggi dipiangere sul latte che hanno versato e pensassero seriamentealla tutela dei livelli occupazionali, all'ammodernamentodelle strutture, a un piano di investimento in grado difornire ai cittadini servizi davvero innovativi
martedì 3 aprile 2007
TELECOM DAL GOVERNO LACRIME DI COCCODRILLO
Sul caso Telecom ci troviamo in presenza di proposte industriali avanzate da partner industriali di altissimo livello e profilo, per di piu' gia' apprezzate dal mercato come dimostra l'andamento del titolo Telecom in borsa.
Se esistono eventuali imprenditori italiani in grado di mettere in campo proposte altrettanto serie e consistenti battano un colpo e lo facciano subito. Le lacrime del governo sul destino di Telecom sono lacrime di coccodrillo perche' oggi l'Italia sconta in termini di ruolo, presenza e forza nel settore strategico delle tlc la scellerata privatizzazione del colosso nazionale di telecomunicazioni avviata proprio da Prodi nel 1997. Ed anche in questo anno di governo il premier si e' mosso con la grazia di un elefante in una cristalleria, prima con il piano di annessione di Telecom al proprio sistema di potere poi lanciando ipocriti appelli a salvarne l'italianita'.
lunedì 2 aprile 2007
SU TELECOM DA GOVERNO PRODI LACRIME DI COCCODRILLO
Ci troviamo in presenza di proposte industriali avanzate da partner industriali di altissimo livello e profilo, per di più già apprezzate dal mercato come dimostra l’andamento del titolo Telecom in borsa. Se esistono eventuali imprenditori italiani in grado di mettere in campo proposte altrettanto serie e consistenti battano un colpo e lo facciano subito. Le lacrime del governo sul destino di Telecom sono lacrime di coccodrillo perché oggi l’Italia sconta in termini di ruolo, presenza e forza nel settore strategico delle tlc la scellerata privatizzazione del colosso nazionale di telecomunicazioni avviata proprio da Prodi nel 1997. Ed anche in questo anno di governo il premier si è mosso con la grazia di un elefante in una cristalleria, prima con il piano di annessione di Telecom al proprio sistema di potere poi lanciando ipocriti appelli a salvarne l’italianità.
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