giovedì 19 aprile 2007

SU CDA RAI IL MINISTRO PADOA SCHIOPPA INFORMI LA VIGILANZA

Illustre Ministro faccio seguito al carteggio delle scorse settimane, relativo all’eventualità che Ella, nella qualità di detentore temporaneo della maggioranza del capitale sociale della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, si trovi nella condizione di promuovere un’azione di responsabilità nei confronti di alcuno dei componenti il Consiglio d’Amministrazione della società, ovvero di revoca dal mandato. Nei giorni scorsi i rappresentanti di vari Gruppi presenti in questa Commissione mi hanno informato di nuove voci ed indiscrezioni concernenti tale eventualità, facendo riferimento anche ad ipotesi che sarebbero state avanzate in ambienti istituzionali. Tali colleghi mi hanno espressamente chiesto di intraprendere presso il Suo Dicastero tutte le iniziative atte a tutelare il Parlamento e le prerogative della Commissione, nel contempo sottolineando la singolarità della coincidenza di tali voci con il positivo esito della concertazione intercorsa tra il Governo e la RAI sullo schema di Contratto di servizio, nel quale sono state recepite tutte le indicazioni contenute nel parere della Commissione. Nella riunione di ieri martedì 17 aprile 2007, l’Ufficio di Presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, mi ha unanimemente conferito il mandato di richiamare le circostanze ed i contenuti del nostro precedente carteggio, il quale si concludeva con la Sua assicurazione che la Commissione sarebbe stata tempestivamente informata non solo dell’eventuale fissazione di riunioni dell’Assemblea della RAI e dei relativi esiti, ma anche di ogni altra iniziativa connessa alla vicenda in esame. Sono certo, signor Ministro, che ove si riscontrassero novità al riguardo Ella non trascurerebbe di darne tempestiva notizia a questa Commissione. Ugualmente, mi sento in dovere di richiamare le argomentazioni che ho già avuto modo di esporre circa la necessità istituzionale che la Commissione sia non solo adeguatamente informata degli sviluppi della vicenda, ma possa esercitare al riguardo il proprio ruolo e le proprie prerogative. Il nostro sistema, ispirato al criterio di mantenere nell’ambito parlamentare le funzioni inerenti l’indirizzo generale e la vigilanza del servizio radiotelevisivo pubblico, esclude quella diretta ingerenza nell’esecutivo in tali funzioni, che, di fatto ma inevitabilmente, si determinerebbe attraverso l’esercizio incondizionato di un’azione di responsabilità o di revoca degli amministratori della RAI da parte del Suo Dicastero. Da qui, la necessità di un coinvolgimento del Parlamento ed in particolare di questa Commissione, sia in termini generali di indirizzo politico, sia nei termini più specifici delle prerogative espressamente attribuite alla Commissione dalla normativa specifica ora vigente. Ciò, sia pure con le riserve circa l’attuale applicabilità di quest’ultima, che Ella ha formulato nella Sua del 6 febbraio scorso, e che io non mancherò, ove occorra, di rappresentare compiutamente alla Commissione, assieme alle mie personali considerazioni che pervengono alla conclusione opposta. Mi sembra inoltre che a queste ragioni debba aggiungersi l’ulteriore considerazione del rilievo, anche sistematico, che assume la recente pronuncia di parziale illegittimità costituzionale della legge n. 145 del 2002. Essa testimonia infatti del disfavore con il quale l’ordinamento giuridico nel suo complesso considera le disposizioni normative che legano le nomine dei vertici degli enti pubblici o di interesse pubblico al mutare delle maggioranze di Governo. Resto pertanto in attesa delle eventuali notizie o informazioni che Ella riterrà di trasmettere alla Commissione che ho l’onore di presiedere, e colgo l’occasione per inviarLe i migliori saluti.