lunedì 23 aprile 2007

Tv, Il Ministro Gentiloni e la Rai hanno cancellato il "bollino di qualità" dal Contratto di Servizio

Rilevo con stupore misto ad amarezza che dal testo finale del Contratto di Servizio tra Rai e ministero delle Comunicazioni è misteriosamente scomparso ogni riferimento al cosiddetto “bollino di qualità”, cioè a quell’emendamento approvato all’unanimità dalla Vigilanza che impegnava la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo “a rendere riconoscibili agli utenti, mediante l’apposizione di adeguati segnali visivi” la programmazione finanziata dal canone rispetto a quella finanziata dalla pubblicità. Inutile rimarcare che sarebbe stata una bella prova di rispetto istituzionale se il ministero delle Comunicazioni, sebbene non obbligato, avesse comunicato alla commissione di Vigilanza, cioè al Parlamento, l’avvenuto rigetto di un punto sostanziale e qualificante del testo. Anzi, è avvenuto l’esatto contrario, come potrà confermare l’on. Beltrandi, relatore del parere della Commissione, che ha tenuto i contatti con il ministero. Ma al di là di questo, è gravissimo che il ministro Gentiloni si sia piegato alla volontà della Rai, da sempre contrarissima a qualsiasi forma di evidente distinzione nell’offerta televisiva, cancellando con un tratto di penna una decisione unanime che avrebbe introdotto un principio di elementare trasparenza in favore dei cittadini-utenti-contribuenti. Dopo aver aumentato il canone, Gentiloni elimina ora un elemento particolarmente in grado di consentire un effettivo e puntuale controllo sull’utilizzo delle risorse e su quello schema di contabilità separata in base al quale la Rai chiede, anzi pretende da ministri compiacenti, l’aumento del canone.