La richiesta del ministro dell' Economia Tommaso Padoa-Schioppa di posticipare la sua audizione in Commissione di Vigilanza a dopo il 10 settembre, quando si sara' svolta l'assemblea per la revoca del consigliere Angelo Maria Petroni e' quasi una presa in giro ed e' lesiva della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
Ieri sera il ministro ha impropriamente manifestato la sua intenzione di non partecipare all'audizione di oggi, ma di poter venire soltanto dopo il 10 settembre. Quella del ministro e' un'audizione determinante proprio perche' vogliamo capire le motivazioni dell'assemblea e come muoverci di conseguenza per non andare alla cieca. Pertanto il no del ministro all' audizione dimostra la mancata volonta' di venire in parlamento, mentre la convocazione della Vigilanza vale di piu' degli impegni del governo e in questo caso, ai sensi della Costituzione, il Parlamento prevale sul governo. Non ho mai avuto in questi giorni la possibilità di parlare con il ministro che pero' non puo' considerare una convocazione del Parlamento come una riunione del proprio staff. La convocazione decisa dall'ufficio di presidenza e' stata diramata in modo ufficiale il 22 agosto, e al capo di gabinetto del ministro che aveva contattato gli uffici della Commissione per dire che Padoa-Schioppa non era disponibile prima del 10 settembre era stato risposto che non era possibile andare oltre quella data perche' a quel punto l'audizione sarebbe stata inutile. L'ufficio della Vigilanza ha risposto al ministero che poteva scegliere un'altra data ma tra il 4, il 5 o il 6 settembre ovvero in un lasso di tempo utile perche' la Vigilanza potesse esprimersi prima dell'assemblea dei soci Rai. Queste sono le cose che sono state fatte.