Poco convincente, con tutto il rispetto dovuto al Presidente della Repubblica, l' intervento del Capo dello Stato sulla nomina di Fabiani in cda Rai e la revoca di Angelo Maria Petroni.
Quello che e' accaduto cioe' il fatto che il governo abbia sotituito senza alcuna motivazione apprezzabile un consigliere di amministrazione della Rai al fine di precostituirsi una maggioranza in seno al Cda e' un fatto di una gravita' inaudita.
La Rai e' un'azienda in parte regolata dal codice civile e in parte da legislazione speciale, perche' produce cultura, informazione e non bulloni. Quello che e' accaduto ieri rappresenta un precedente pericolosissimo che cancella trent'anni di legislazione nazionale, trent'anni di giurisprudenza costituzionale che costantemente hanno ricondotto la Rai sotto la sfera di competenza del Parlamento e mai del governo.
Quindi il Presidente della Repubblica che e' il supremo garante della Costituzione ha a mio avviso margini per intervenire. Mi permetto di aggiungere una postilla che riguarda il Quirinale come istituzione e non certo chi lo abita. A parti invertite, se cioe' fosse stato il governo di centro-destra a sostituire in questo modo un consigliere di amministrazione Rai, non so se il comportamento sarebbe stato dello stesso tipo di quello manifestato in questa occasione. Sicuramente porteremo in ufficio di presidenza, l'ipotesi di chiedere al Capo dello stato che sia ricevuta la commissione di Vigilanza. Sicuramente ci sara' una parte della sinistra che avra' un atteggiamento di ostruzione verso questa iniziativa.
Pero' il fatto resta in tutta la sua inaudita gravita.