lunedì 19 febbraio 2007

VICENZA E' STATA SOLO UNA CARNEVALATA ANTI USA

La manifestazione di Vicenza reca una chiara impronta antioccidenale ed antiamericana, la stessa che sul finire degli anni '70 animava i cortei contro l'installazione dei missili antisovietici. Ora come allora dietro la fatiscente facciata del pacifismo si vuole negare l'esistenza di un nemico da combattere: ieri il comunismo, oggi il terrorismo.
Resta da valutare l'impatto politico: o Prodi fa marcia indietro come gli intima una parte non irrilevante della sua stessa maggioranza oppure quella di oggi e' stato solo un anticipo del Carnevale. In entrambi i casi il corteo di Vicenza fotografa lo stato confusionale di un governo incapace di decidere unitariamente.

venerdì 16 febbraio 2007

LETTERA A PETRUCCIOLI, RAI CONTINUA A VIOLARE PLURALISMO POLITICO

Illustre Presidente, mi corre l’obbligo di sollevare, ancora una volta, la questione relativa alla partecipazione di esponenti politici nei programmi di intrattenimento e di informazione “leggera". L’esame degli ultimi rapporti dell’Osservatorio di Pavia evidenziano, infatti, che l’indirizzo approvato in data 11 marzo 2003 dalla Commissione che ho l’onore di presiedere, continua ad essere sostanzialmente disatteso, nonostante l’Azienda in più occasioni abbia fornito rassicurazioni circa il suo puntuale rispetto. Il perdurare nell’immediato futuro di questa patente violazione, rappresenterebbe un’intollerabile mancanza di sensibilità istituzionale nei confronti del Parlamento da parte della Concessionaria del Servizio pubblico radiotelevisivo, tanto più grave se dovesse protrarsi a ridosso della prossima campagna elettorale amministrativa. Per una più completa comprensione del fenomeno, ritengo necessario che alla Commissione siano forniti mensilmente i dati disaggregati del summenzionato genere di programmi con l’elenco completo, per ogni singola trasmissione, delle presenze di tutti i soggetti politici con la indicazione del relativo argomento trattato. La ringrazio per l’attenzione che vorrà riservare alla presente richiesta e, in attesa di un cortese riscontro, Le invio i miei più cordiali saluti.

Ci sono strani movimenti del Governo sulla Rai. Il ministro del Tesoro venga in Vigilanza

Registro strani movimenti intorno alla Rai: il ministro Gentiloni che dalle colonne dell''Unita'' detta le regole di bon ton istituzionale al consigliere Petroni, Prodi che inaugura una sede Rai in India con il direttore generale Cappon, infine una tornata di nomine presentate come decisive per la sopravvivenza del consiglio d'amministrazione, della serie prendere o lasciare. Ce ne e' abbastanza per chiedere al governo di stare lontano dalla Rai. Sto pensando di proporre al prossimo ufficio di presidenza l'audizione in Vigilanza del ministro Padoa Schioppa. Solo cosi', forse, il Parlamento attraverso l'organo istituzionalmente preposto, potra' conoscere le reali determinazioni del governo nei confronti della Rai e del suo consiglio di amministrazione.

giovedì 15 febbraio 2007

Le parole di Diliberto possono armare la mano degli idioti

L’on. Diliberto è quanto meno intempestivo perché utilizza un’espressione a dir poco spregevole contro un leader politico che proprio ieri è risultato essere nel mirino delle Brigate Rosse. Nessuno vuole mettere in relazione la polemica politica, anche aspra, con il delirio della lotta armata. Tuttavia, chi ha la responsabilità di guidare un partito dev’essere consapevole che affermare che ‘bisogna far vedere in tutti i modi che Berlusconi ci fa schifo’ può armare la mano di chi, a differenza di Diliberto, non può dimostrarlo in tv ma è pronto a farlo proprio ‘in tutti i modi’.

La Vigilanza Rai approva all'unanimità il parere al contratto di servizio. Un lavoro ben fatto.

Impegni piu' stringenti per la Rai sul fronte della transizione al digitale terrestre, della qualita', dell'accessibilita' dell'offerta, della trasparenza e della meritocrazia: sono queste, in sintesi, le principali indicazioni contenute nel parere, obbligatorio ma non vincolante, sul contratto di servizio 2007-2009 che la Vigilanza ha approvato oggi all'unanimita'. Un voto che ci rende molto soddisfatti. Abbiamo formulato il parere nei tempi previsti dalla legge, anzi un giorno prima della scadenza; inoltre l'unanimita' da' al parere forza, autorevolezza e cogenza, che 'costringeranno' i contraenti a tenerlo nella debita considerazione, tanto piu' perche' su alcuni aspetti specifici migliora di molto il testo sottoscritto dalla Rai e dal ministero delle Comunicazioni. Tra le proposte della Vigilanza, c'e' l'accelerazione dell'obiettivo del digitale terrestre, con precisi impegni della Rai su questo fronte. Poi l'identita' del servizio pubblico, segnalata anche attraverso un 'bollino', un simbolo che caratterizzi i programmi finanziati con il canone''. Ancora una maggiore ''accessibilita', sia in termini di considerazione per i disabili, sia in termini di possibilita' di accesso alla programmazione Rai nelle zone che non ricevono, per ragioni orografiche, il segnale terrestre: il parere della Vigilanza prevede infatti che in queste aree disagiate chi e' in regola con il canone riceva, senza oneri, i contenuti radio-tv di servizio pubblico via satellite e Internet. Quanto alla qualita', punto centrale del contratto di servizio, il Comitato scientifico di sei membri chiamato a vigilare sul raggiungimento degli obiettivi di 'valore pubblico' deliberera' a maggioranza dei componenti e, in caso di parita', sara' decisivo il voto del presidente (cioe' il componente designato dal ministero). Importanti novita' anche sul fronte della ''trasparenza e meritocrazia'': in particolare si prevede che a tali principi si ispirino le selezioni del personale e le progressioni di carriera. Un'altra proposta, approvata prevede invece che la Rai trasmetta alla Vigilanza, aggiornandoli ogni sei mesi, gli emolumenti erogati, le collaborazioni e gli appalti di servizio piu' significativi.
Nell'immediato futuro terremo audizioni per verificare lo stato di attuazione del contratto di servizio, obiettivo che vedra' impegnate la Vigilanza e Viale Mazzini ''con cadenza trimestrale''.

venerdì 9 febbraio 2007

LA CDL SI OPPONGA 'SENZA SE E SENZA MA' AI DICO

E' significativo che la sinistra radicale consideri i 'dico' dei semplici punti di partenza. E non ha torto. L'obiettivo di aprire una breccia nel muro dell'istituto familiare e' stato efficacemente centrato nonostante le maldestre mediazioni della Bindi, i sofferti distinguo dei teodem e l'annunciata opposizione di Mastella.
L'ala moderata della coalizione di governo farebbe bene aricordare che spesso la politica spaccia droghe, nonsomministra vaccini e che quasi sempre cedere per non perdereequivale a perdere dopo aver ceduto. Dal canto nostro occorremettere in campo un'opposizione senza se e senza ma ad undisegno di legge contorto, nebuloso, la cui unica mira consistenell'introdurre forme surrettizie di matrimonio.
E, tuttosommato, da questo punto di vista e' meglio la chiarezza dell'hidalgo Zapatero che la reticenza del sacrestano Prodi.

giovedì 8 febbraio 2007

SUL RICORDO DELLE FOIBE LA RAI NON ADEMPIE SUO RUOLO

Ho ricevuto dal presidente della Rai Petruccioli l'elenco dei programmi che la Rai dedichera' da oggi a sabato prossimo alla celebrazione della 'Giornata del ricordo', istituita dal Parlamento nel 2004. La cortese attenzione riservatami dal presidente della Rai non mi esime dall'evidenziare l'assenza nelle ore di massimo ascolto della rievocazione dell'esodo degli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia e della tragedia delle foibe. Il servizio pubblico radiotelevisivo ha un ruolo insostituibile nell'approfondimento di pagine della nostra nazionale troppo a lungo celate, se non addirittura negate.
Non avervi completamente adempiuto e' motivo di forte rammarico.

mercoledì 7 febbraio 2007

BRAVO CALDEROLI. IN SENATO HA MESSO PRODI AL TAPPETO


Bravo Calderoli. Il senatore leghista ha scovato la formula di rito solitamente utilizzata dalle maggioranze nei momenti topici dei voti di fiducia. Poche parole, semplici semplici: («Il senato, udite le dichiarazioni del ministro della difesa, le approva») per infiocchettare il geniale uovo di Colombo che l’altro ieri è andato di traverso alla cosiddetta maggioranza di governo. La coalizione di sinistra ha subito così il primo vero cazzotto dall’inizio della legislatura ed è finita subito al tappeto. È accaduto su un tema di grande rilevanza. Parliamo di politica internazionale, di difesa, di rapporti con gli Usa non di “lenzuolate” qualsiasi. Prodi, quello della “serietà al governo”, dovrebbe trarne le logiche, elementari conseguenze: dimettersi. Ovviamente, farà finta di niente. Neppure i contorcimenti dei suoi fedelissimi o le prese di posizione dei suoi alleati o, ancora, gli ultimatum incrociati all’interno della sua coalizione riusciranno a strappargli una reazione che vada al di là della classica scrollatina di spalle. Anzi, dirà che tutto è sotto controllo, che i dardi acuminati volati ieri tra Rutelli e Rifondazione comunista rientrano a buon diritto nella normale dialettica politica e che non c’è nulla, ma proprio nulla, da dubitare circa il fatto che il suo baraccone tirerà a campare per l’intera legislatura. Questa sarà la prima reazione, poi verrà il momento della liturgia ulivista: il vertice seguito dal documento delle buone intenzioni e dalle compunte dichiarazioni dei segretari di partito con le trite litanie sulla “maggioranza rafforzata” e così via fino al prossimo rovescio parlamentare. Un film penoso già visto nel corso degli ultimi mesi e di cui milioni e milioni di italiani aspettano con impazienza la fine. Ma dopo quel che è accaduto mercoledì nell’aula di Palazzo Madama qualche interrogativo deve porselo anche l’opposizione. Lo sganassone rimediato dal governo è solo all’apparenza un incidente di percorso. Certo, c’è di mezzo anche l’imponderabile, ma il dato politico non può essere eclissato da assenze, raffreddori e fraintendimenti. È infatti fuori discussione che si fa sempre più evidente il malessere nel settore non radicale del centrosinistra. Gli indizi in tal senso abbondano: l’uscita dai ds di Nicola Rossi, la defezione congressuale di Peppino Calderola, la divaricazione in atto sotto la Quercia sul Partito democratico, la riattivazione del cosiddetto tavolo dei volenterosi, le minacce di Mastella sui Pacs e si potrebbe continuare all’infinito. Tutto questo è già accaduto o sta accadendo, cioè è vero. Tutto vero. E noi? Per noi è arrivato il momento di essere chiari. Le chiacchiere sulla leadership del centrodestra e sul contenitore (federazione, partito unico e altro) stanno a zero. Insistere su questi temi non è solo ridicolo ma ormai sta diventando autolesionistico. Sembra che non si sia capaci di parlare d’altro, col risultato che chi decide di stare fuori da questo teatrino dell’assurdo può solo per questo essere scambiato per un gigante del pensiero. Proviamo invece a ragionare delle cose che uniscono. È possibile immaginare una moratoria di un anno su chi dovrà guidare il centrodestra alle prossime elezioni per parlare di pensioni, federalismo, famiglia, liberalizzazioni? Ci siamo accorti che in un recentissimo provvedimento, tra un’edicola soppressa e un distributore di benzina autorizzato, il Consiglio dei ministri ha soppresso ben otto articoli della riforma Moratti sulla scuola? Partiamo allora dai contenuti (come Alleanza nazionale ha fatto a Brescia) e sui contenuti incalziamo questo governo agonizzante. Basterà solo questo – ne sono convinti milioni di italiani – a fare entrare Prodi e il suo governo in vortice infernale dal quale non sarà più in grado di uscire. Troppo semplice? Può darsi, ma anche l’ordine del giorno presentato da Calderoni lo era. Eppure ha vinto, perché a volte la politica è come il calcio dove il successo non arride a chi elabora la tattica più sofisticata o il modulo più complesso ma a chi fa meglio le cose semplici. Si assuma quindi l’iniziativa, si convochi un vertice e i leader decidano che ogni questione non unanimemente condivisa è rinviata a momenti successivi per puntare invece su quelle che uniscono. Siamo all’opposizione e almeno possiamo permetterci il lusso di distinguere temi, tempi e modalità d’azione. Sfidare la maggioranza sulle cose da fare essendo noi uniti è il modo migliore per metterne a nudo limiti e contraddizioni. Proseguire sulla strada attuale, lastricata di distinguo, polemiche e ripicche allontana la prospettiva non tanto di un improbabile ritorno alle urne quanto di un ritorno alla politica, intesa come capacità di decidere.
Solo un dato i leader del centrodestra (Casini compreso) dovranno sentire come vincolante: la grande mobilitazione del 2 dicembre, autentico spartiacque nella storia della Casa delle libertà a prescindere da assenze e contromanifestazioni. Al di la di ogni tentazione retorica, sempre in agguato quando si celebra una così imponente manifestazione, da quella fantastica piazza San Giovanni ci è giunto un duplice monito: Prodi a casa, voi uniti. È appena il caso di evidenziare che il primo dipende anche da noi, il secondo solo da noi. Ma è altrettanto vero che se non crederemo alla necessità di unire le forze, probabilmente Prodi continuerà a galleggiare. E l’Italia ad affondare.


Mario Landolfi

martedì 6 febbraio 2007

LA RAI CELEBRI IL RICORDO DELLE FOIBE

La Rai celebri il giorno dedicato alla memoria di tutte le vittime delle Foibe. Lo chiedo come presidente della commissione di Vigilanza Rai e come italiano in una lettera al presidente della Rai Claudio Petruccioli. Fissato al 10 febbraio di ogni anno dalla legge del 2004 il giorno del ricordo e' dedicato alla conservazione e al rinnovo della memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe, nonche' dell'esodo dalle loro terre degli italiani d'Istria, di Fiume e della Dalmazia che si trovarono, a seguito delle dolorose vicende dell'ultimo conflitto mondiale, in territori transitati alla ex Repubblica jugoslava. La ricorrenza assume quest'anno un significato peculiare poiché coincide con il 60° anniversario della firma del Trattato di Parigi, con il quale le potenze che presero parte alla Seconda Guerra mondiale sancirono la definitiva conclusione del conflitto. Illustrare la ricorrenza, e rinnovare nella memoria degli italiani il ricordo di quei tragici avvenimenti, scrive, e' un compito che rientra a pieno titolo tra le funzioni proprie della Societa' concessionaria. Il secolo appena trascorso ha purtroppo conosciuto una molteplicita' di analoghi, terribili avvenimenti, nei quali la perversa determinazione allo sterminio risulta ancora piu' evidente se la si confronta con i traguardi raggiunti dal progresso umano in ogni campo.
E compito della nostra generazione conservare il ricordo di ciascuna di tali tragedie, consegnando ai giovani il senso della sacralita' complessiva della vita umana, e dell empieta' di ogni azione che la sottometta a qualsivoglia esigenza ideologica o strumentale. In questo, il ruolo della RAI sara' insostituibile; e sono certo di interpretare il sentimento di tutta la Commissione che ho l'onore di presiedere nel raccomandare che la programmazione della concessionaria corrisponda pienamente a tale esigenza.