lunedì 8 ottobre 2007
SU ANNOZERO DARO' GIUDIZIO CON SANTORO IN VIGILANZA
Ho visto soltanto l'ultima parte'' della puntata di Annozero. Poiche' avro' Michele Santoro ospite della Vigilanza la prossima settimana mi riservo di formulare giudizi piu' sereni in quella sede. Santoro sara' infatti in audizione a San Macuto mercoledi' 10 ottobre, nell'ambito di un'indagine conoscitiva - che coinvolgera' anche Bruno Vespa, Giovanni Floris e un conduttore di Primo Piano del Tg3 - su criteri e metodologie dei programmi Rai che trasmettono tematiche politiche. Il giornalista ha il dovere di dare notizie, di fare informazione e non deve avere timori reverenziali verso nessuno. Quando pero' si trattano temi delicati, come il rapporto tra poteri, il rapporto tra magistrati e politica, e' opportuno garantire una trasmissione non solo equilibrata nel mix delle voci, ma anche in grado di consentire ai telespettatori, che pagano il canone, di potersi formare un convincimento quanto piu' aderente alla realta' dei fatti. La presenza di un pubblico, e non mi riferisco a quello in sala, con cartelli che esprimevano posizioni gia' prese, mi fa pensare piu' alla curva di uno stadio, dove chi va gia' sa per chi tifare perche' ha la sua squadra del cuore, piuttosto che a persone che vogliono saperne di piu'.
Rai:disappunto per lettera AgCom su primarie Pd
dal Velino del 28/09/2007
Lo scorso 21 settembre l'AgCom emana un atto d'indirizzo sull'informazione in materia di elezioni primarie per la scelta dei componenti dell'Assemblea costituente nazionale e del segretario nazionale del Partito democratico, indette per il giorno 14 ottobre 2007 che investe anche il servizio pubblico. E il presidente della Vigilanza Mario Landolfi oggi in una lettera indirizzata al presidente dell'AgCom CorradoCalabro' esprime "le rilevanti perplessita' ed il vivodisappunto". "La potesta' di rivolgere atti d'indirizzo allasocieta' concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico- scrive Landolfi - e' attribuita esclusivamente a questacommissione parlamentare, ai sensi degli articoli 1 e 4 dellalegge 14 aprile 1975, n. 103". Rigorosa la giurisprudenza richiamata da Landolfi sulle competenze della Vigilanza edell'AgCom. Fa riferimento all'articolo 50 del Testo unicodella radiotelevisione, approvato con decreto legislativo 31luglio 2005, n.117; alla Legge 22 febbraio 2000, n. 28 cheassegna autorita' in materia di emittenza pubblica allaVigilanza e di quella privata all'Agcom; e all'articolo 1,comma 6, lettera b, nn. 1 e 9, della legge 31 luglio 1997, n.249, e all'articolo 7 del gia' citato Testo unico dellaradiotelevisione riguardo al rispetto del pluralismo. Invirtu' di cio', "mi pare francamente difficile, SignorPresidente, - puntualizza Landolfi - che i relativi poteridell'Autorita', ed anche i meriti sinora acquisitidall'organo, possano dilatarsi sino a legittimarel'emanazione di un provvedimento che si dichiara 'diindirizzo' sin nella sua intitolazione; che non sembrarilevare manchevolezze o illeciti normativi ai quali porrerimedio, onde trarne una legittimazione all'intervento; che,infine, dichiarando di voler tutelare il pluralismo fariferimento esclusivo alle vicende di una sola forzapolitica, ed intenderebbe rivestire questa indicazionedell'autorita' propria degli atti di indirizzo".
giovedì 27 settembre 2007
RAI SUL POTERE DI REVOCA DEL CDA LA VIGILANZA RICCORRE A CONSULTA
La parola alla Corte Costituzionale. La commissione di Vigilanza decide all'unanimita' di elevare davanti alla Consulta un conflitto di attribuzioni nei confronti del ministero dell'Economia in merito ai poteri di revoca del cda Rai. Alla base della delibera, l'''incertezza del quadro normativo'', emersa in occasione della revoca del consigliere Angelo Maria Petroni da parte dell'azionista. Il si' unanime - anche se raggiunto sul filo di lana, con l'Ulivo contrario fino all'ultimo minuto - soddisfa in particolare il presidente della Vigilanza, Mario Landolfi, vero architetto dell'iniziativa. Tocchera' dunque ai giudici della Corte Costituzionale fare chiarezza sull'interpretazione della legge. Nel mirino della commissione, l'articolo 49 comma 8 del Testo Unico della radiotelevisione, in base alla quale il rappresentante dell'azionista vota in assemblea - nei casi di revoca o diazioni di responsabilita' nei confronti dei membri del cda -''in conformita' alla deliberazione'' della Vigilanza. Unadisposizione rimasta finora lettera morta, anche perche' rientrain quelle collegate alla privatizzazione della Rai, previstadalla legge Gasparri ma mai attuata. La Vigilanza - e in particolare Landolfi - ha tuttavia sempre rivendicato di aver voce in capitolo sul caso Petroni: una competenza che, ha sottolineato il relatore Rodolfo De Laurentiis (Udc) nel parere discusso oggi a San Macuto, trova fondamento nelle leggi vigenti e in almeno due sentenze della Consulta, che riconducono appunto al Parlamento e non al governo le attivita' di indirizzo e vigilanza sulla tv pubblica. La posizione sintetizzata nel documento di De Laurentiis ha subito trovato d'accordo, oltre agli esponenti della Cdl, anche le forze minori del centrosinistra, come Rosa nel Pugno, Udeur, Sd, il 'dissidente' Willer Bordon, mentre il Pdci annunciava l'astensione. Contrario invece il capogruppo dell'Ulivo Fabrizio Morri, convinto che non ci fossero ''elementi per sollevare il conflitto di attribuzione''. Dopo una breve pausa, pero', anche Ulivo e Comunisti italiani hanno votato a favore del solo dispositivo del testo, quello che contempla appunto il ricorso alla Consulta e da' mandato al presidente e all'ufficio di presidenza di rappresentare la commissione in giudizio e di compiere tutti gli atti necessari e tutelarne le ragioni. Ad esprimere i malesseri dell'Ulivo e' tuttavia il senatore Esterino Montino, che ha abbandonato l'Aula e definisce il voto ''un errore politico e sostanziale'', nonche' ''un vantaggio a Petroni'', che attende il giudizio del Tar sul suo ricorso contro la revoca. ''Montino non ha colto lo spirito della commissione che era quello di dare giusta interpretazione a una norma non chiara'', replica De Laurentiis. Ma se il Ds Giuseppe Giulietti e i Dl Renzo Lusetti e Giorgio Giorgio Merlo (Dl) sono convinti che il voto abbia messo a nudo ''l'inadeguatezza della legge Gasparri'', i rappresentanti di Forza Italia in commissione puntano il dito contro una ''Unione allo sbando''.
giovedì 13 settembre 2007
INCONTRO CON IL CAPO DELLO STATO
Rai: chiarimento tra Napolitano e Landolfi sul caso Petroni
da --IL VELINO SERA-- Roma, 12 SET - Tempo di chiarimenti stamaneintorno alle 11 al Quirinale tra il presidente dellaRepubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente dellaVigilanza Rai, Mario Landolfi. Oggetto dell'incontro - duratouna trentina di minuti - le accese polemiche sul vertice diViale Mazzini, la sostituzione del consigliere Angelo MariaPetroni con Fabiano Fabiani e soprattutto il tentativo dellaCdl - fatto a piu' riprese - di chiamare in causa il Capodello Stato. "Il presidente della Repubblica che e' ilsupremo garante della Costituzione - aveva denunciatoLandolfi - ha a mio avviso margini per intervenire. Mipermetto di aggiungere una postilla che riguarda il Quirinalecome istituzione e non certo chi lo abita. A parti invertite- aveva precisato ancora - se cioe' fosse stato il governodi centrodestra a sostituire in questo modo un consigliere diamministrazione Rai, non so se il comportamento sarebbe statodello stesso tipo di quello manifestato in questa occasione".Parole che non hanno certo lasciato indifferente Napolitanoche in questi giorni ha ribadito con forza le proprieprerogative istituzionali: "Rappresentare l'unita' nazionale,affermare e salvaguardare i valori costituzionali" e starfuori dalle polemiche politiche per "parlare sempre a nome itutti e non di una parte contro l'altra". L'incontro distamane - a quanto si apprende - e' stato voluto proprio dalColle per fugare ogni dubbio sulla linea bipartisan tenuta inqueste ore. Napolitano ha inoltre chiesto e ottenuto daLandolfi una dettagliata documentazione sul caso Petroni e sisarebbe dimostrato parecchio sensibile agli aspettigiuridico-costituzionali della vicenda sulla quale da tempoaleggia il rischio di un conflitto di attribuzioni tra leistituzioni. Landolfi avrebbe inoltre confermato a Napolitanoil proprio rammarico per l'intervento del governo che hamodificato gli equilibri all'interno del cda della tv diStato con una procedura senza precedenti. Un incontrodisteso, dai toni pacati e che, a quanto aprende il VELINO,avrebbe riportato il sereno tra il Quirinale e San Macuto.(Gianluca Vacchio)
martedì 11 settembre 2007
RAI:IL PRESIDENTE NAPOLITANO NON PUO' CHIAMARSI FUORI
Poco convincente, con tutto il rispetto dovuto al Presidente della Repubblica, l' intervento del Capo dello Stato sulla nomina di Fabiani in cda Rai e la revoca di Angelo Maria Petroni.
Quello che e' accaduto cioe' il fatto che il governo abbia sotituito senza alcuna motivazione apprezzabile un consigliere di amministrazione della Rai al fine di precostituirsi una maggioranza in seno al Cda e' un fatto di una gravita' inaudita.
La Rai e' un'azienda in parte regolata dal codice civile e in parte da legislazione speciale, perche' produce cultura, informazione e non bulloni. Quello che e' accaduto ieri rappresenta un precedente pericolosissimo che cancella trent'anni di legislazione nazionale, trent'anni di giurisprudenza costituzionale che costantemente hanno ricondotto la Rai sotto la sfera di competenza del Parlamento e mai del governo.
Quindi il Presidente della Repubblica che e' il supremo garante della Costituzione ha a mio avviso margini per intervenire. Mi permetto di aggiungere una postilla che riguarda il Quirinale come istituzione e non certo chi lo abita. A parti invertite, se cioe' fosse stato il governo di centro-destra a sostituire in questo modo un consigliere di amministrazione Rai, non so se il comportamento sarebbe stato dello stesso tipo di quello manifestato in questa occasione.
Per questo motivo, sicuramente portera' in ufficio di presidenza, l'ipotesi di chiedere al Capo dello stato che sia ricevuta la commissione di Vigilanza. Sicuramente ci sara' una parte della sinistra che avra' un atteggiamento di ostruzione verso questa iniziativa.
Pero' il fatto resta in tutta la sua inaudita gravita.
RAI:IL PRESIDENTE NAPOLITANO NON PUO' CHIAMARSI FUORI
Poco convincente, con tutto il rispetto dovuto al Presidente della Repubblica, l' intervento del Capo dello Stato sulla nomina di Fabiani in cda Rai e la revoca di Angelo Maria Petroni.
Quello che e' accaduto cioe' il fatto che il governo abbia sotituito senza alcuna motivazione apprezzabile un consigliere di amministrazione della Rai al fine di precostituirsi una maggioranza in seno al Cda e' un fatto di una gravita' inaudita.
La Rai e' un'azienda in parte regolata dal codice civile e in parte da legislazione speciale, perche' produce cultura, informazione e non bulloni. Quello che e' accaduto ieri rappresenta un precedente pericolosissimo che cancella trent'anni di legislazione nazionale, trent'anni di giurisprudenza costituzionale che costantemente hanno ricondotto la Rai sotto la sfera di competenza del Parlamento e mai del governo.
Quindi il Presidente della Repubblica che e' il supremo garante della Costituzione ha a mio avviso margini per intervenire. Mi permetto di aggiungere una postilla che riguarda il Quirinale come istituzione e non certo chi lo abita. A parti invertite, se cioe' fosse stato il governo di centro-destra a sostituire in questo modo un consigliere di amministrazione Rai, non so se il comportamento sarebbe stato dello stesso tipo di quello manifestato in questa occasione. Sicuramente porteremo in ufficio di presidenza, l'ipotesi di chiedere al Capo dello stato che sia ricevuta la commissione di Vigilanza. Sicuramente ci sara' una parte della sinistra che avra' un atteggiamento di ostruzione verso questa iniziativa.
Pero' il fatto resta in tutta la sua inaudita gravita.
mercoledì 5 settembre 2007
RAI: Padoa Schioppa non pensi di farsi beffa del parlamento
La richiesta del ministro dell' Economia Tommaso Padoa-Schioppa di posticipare la sua audizione in Commissione di Vigilanza a dopo il 10 settembre, quando si sara' svolta l'assemblea per la revoca del consigliere Angelo Maria Petroni e' quasi una presa in giro ed e' lesiva della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
Ieri sera il ministro ha impropriamente manifestato la sua intenzione di non partecipare all'audizione di oggi, ma di poter venire soltanto dopo il 10 settembre. Quella del ministro e' un'audizione determinante proprio perche' vogliamo capire le motivazioni dell'assemblea e come muoverci di conseguenza per non andare alla cieca. Pertanto il no del ministro all' audizione dimostra la mancata volonta' di venire in parlamento, mentre la convocazione della Vigilanza vale di piu' degli impegni del governo e in questo caso, ai sensi della Costituzione, il Parlamento prevale sul governo. Non ho mai avuto in questi giorni la possibilità di parlare con il ministro che pero' non puo' considerare una convocazione del Parlamento come una riunione del proprio staff. La convocazione decisa dall'ufficio di presidenza e' stata diramata in modo ufficiale il 22 agosto, e al capo di gabinetto del ministro che aveva contattato gli uffici della Commissione per dire che Padoa-Schioppa non era disponibile prima del 10 settembre era stato risposto che non era possibile andare oltre quella data perche' a quel punto l'audizione sarebbe stata inutile. L'ufficio della Vigilanza ha risposto al ministero che poteva scegliere un'altra data ma tra il 4, il 5 o il 6 settembre ovvero in un lasso di tempo utile perche' la Vigilanza potesse esprimersi prima dell'assemblea dei soci Rai. Queste sono le cose che sono state fatte.
martedì 4 settembre 2007
RAI: La revoca del consigliere Petroni è giuridicamente inconsistente
La revoca del consigliere Angelo Maria Petroni e' giuridicamente molto debole, quasi inconsistente e' un atto tardivo di spoil sistem.
L'unico elemento che forse poteva motivarla era la condizione di stallo, ma oggi Petruccioli ci dice che quella condizione di stallo e' alle spalle o comunque non e' esistita in questi mesi vista la messe di nomine.
In piu' c'e' la questione della maggioranza variabile con cui sono state votate le nomine a dire che il Cda della Rai non e' arroccato su posizioni politiche.
Quindi gli argomenti giuridicamente evanescenti sono politicamente consistenti. E la revoca di Petroni e' l'atto tardivo di uno spoil sistem che deve rendere possibile quello che non lo e' stato in questi mesi.
mercoledì 20 giugno 2007
PRODI SPIEGHI I MOTIVI DELLA DESTITUZIONE DEL PREFETTO DE GENNARO
Un Governo che dovrebbe chiedereall'opposizione persino il permesso di respirare non puo', neppure lontanamente, immaginare di continuare sulla strada del repulisti dei vertici delle Forze Armate, delle Forze dell'ordine e dei Servizi di sicurezza. Non si e' ancora conclusa la vicenda legata all'arrogante rimozione del Generale Speciale, che gia' viene annunciata la destituzione del Capo della Polizia seppure infiocchettata con la promessa della concertazione nella scelta del suo successore.
Prodi ha il dovere di spiegare agli italiani i reali motivi per i quali destituisce il Prefetto De Gennaro. In caso contrario ognuno e' autorizzato a pensare che tale scelta e'l'ennesimo tributo pagato alle pretese della sinistra radicale. Una ragione in piu' per dire che Prodi e il suo Governo devono, nell'interesse della Nazione, andare via al piu' presto.
La Rai faccia più informazione contro la Pedofilia
L'ufficio di presidenza della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai ha deciso nella riunione di oggi di rafforzare l'impegno del Serviziopubblico Radiotelevisivo nella lotta alla pedofilia.
La Commissione, infatti, ha approvato una risoluzione con la quale si impegna la Rai a garantire un'informazione piu'completa su tutte quelle iniziative promosse dallo Stato, dalle associazioni del terzo settore e del volontariato volte a contrastare la diffusione di ogni tipo di violenza e di abuso sui minori con particolare riferimento a quei reati di pedo-pornografia perpetrati attraverso internet.
martedì 12 giugno 2007
In Campania il centrodestra vince 10 ballottaggi su 13: avviso di sfratto a Bassolino
In Campania la sinistra perde dieci ballottaggi su tredici, un risultato che va ben oltre la piu' rosea previsione della vigilia. Diventa ora dovere imprescindibile per la Casa delle Liberta' saper essere all'altezza delle difficilissime sfide, poste da un territorio devastato da scelte irresponsabili se non addirittura scellerate come dimostra la gestione dell'emergenza rifiuti. I nuovi sindaci del centrodestra dovranno diventare protagonisti del rinnovamento e del buon governo. Un dato e' comunque inoppugnabile il voto amministrativo ha consegnato l'avviso di sfratto a Bassolino.
martedì 5 giugno 2007
Incontro con Pannella alla Rai su caso pena di morte
Ho parlato con Pannella e gli altri esponenti radicali che sono in sit-in all'interno della Rai. Ho parlato prima con il presidente Petruccioli e con il direttore generale, ai quali ho fatto presente che gli atti di indirizzo della vigilanza sono vincolanti per la Rai. Noi il 4 maggio scorso abbiamo approvato due risoluzioni tra le altre, una che riguarda la moratoria sulla pena di morte e un'altra che riguarda la guerra in Darfur e le emergenze in Africa. Quindi su questo tema ci aspettiamo che la Rai dia riscontro. Questa sera ho convocato in via d'urgenza l'ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi nel corso del quale sara' audito un alto dirigente della Rai, non sappiamo se il presidente, il direttore generale o il vicedirettore generale, stiamo sondando le disponibilita' perche' e' una convocazione in via d'urgenza. Questo ufficio di presidenza dovra' servire non solo a renderci conto di quello che e' stato fatto dal 4 maggio in poi, ma anche a farci conoscere le iniziative che da oggi dovranno essere messe in cantiere per assicurare il rispetto di questerisoluzioni. Per quanto riguarda la protesta radicale c'e' una solidarieta' a 360 gradi.
domenica 3 giugno 2007
LA DESTITUZIONE DEL GEN.SPECIALE E' UNA COSA INDEGNA
La destituzione del Comandante della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale, colpevole agli occhi del Governo di aver resistito alle indebite ingerenze di un Viceministro e' semplicemente indegna di una Nazione civile e lancia un sinistro segnale di rapido e coatto allineamento a tutti quegli apparati dello Stato che fondano sull'imparzialita' e sulla lealta' alle Istituzioni la propria ragion d'essere.
Da oggi ciascun servitore dello Stato, civile o militare che sia e' meno libero di rispondere esclusivamente alle leggi, ai regolamenti ed alla propria coscienza.Un motivo in piu' per liberarsi quanto prima di Prodi e del suo governo.
mercoledì 30 maggio 2007
LA VIGILANZA RAI DELIBERERA' SU REVOCA PROF. PETRONI
In una lettera inviata la Ministro dell'Economia ribadita la competenza della vigilanza RAi su la revoca del Consigliere di amministrazione Petroni. Questo il testo: "Illustre Ministro desidero con la presente informarla che nellariunionedi oggi (ieri n.d.r.) l`Ufficio di presidenza di questa Commissione, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, esprimendosi a maggioranza dei presenti ha ritenuto che la Commissione debba deliberare in ordine alla proposta di revoca del professor Angelo Maria Petroni dalla carica di componente il Consiglio d`amministrazione della RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A., a me preannunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri con la sua nota dell`11 maggio scorso, e da Lei resa nota alla Commissione nel corso dell`audizione del 16 maggio successivo.
Al riguardo l`Ufficio di presidenza ha svolto una approfondita istruttoria, nel corso della quale sono stati ascoltati alcuni esperti in materie giuridiche, ed è infine pervenuto alla conclusione che alla fattispecie di tale proposta di revoca debba applicarsi, anche nella fase attuale, il disposto dell`articolo 49, comma 8, del Testo Unico della Radiotelevisione, approvato con decretolegislativo 31 luglio 2005, n. 177. Ciò, pur avendo riconosciuto l`obiettiva complessità dei profili giuridici sottesi a tale questione, nonché la rilevanza dei relativi aspetti politici e gestionali.
Mi riservo, pertanto, di convocare quanto prima la Commissione, affinché essa possa assumere la deliberazione prevista dallanorma ora citata.
Mi riservo, pertanto, di convocare quanto prima la Commissione, affinché essa possa assumere la deliberazione prevista dallanorma ora citata.
In quella occasione la Commissione, nell`assumere le deliberazioni che rientrano nella sua potestà, valuterà con la dovuta attenzione anche le considerazioni che Ella ha espresso nel corso dell`audizione del 16 maggio 2007".
lunedì 21 maggio 2007
CAPPON FERMI SANTORO SU FILMATO CONTRO IL PAPA
Apprendo dalla lettura dei giornali che su richiesta di Michele Santoro, la direzione generale della Rai si accingerebbe ad esaminare la proposta di acquisto del reportage 'Sex crimes and the Vatican', una vecchia inchiesta realizzata dalla britannica Bbc sul coinvolgimento di sacerdoti in vicende di pedofilia in cui viene chiamato in causa anche l'allora cardinale Ratzinger, presentato come colui il quale avrebbe coperto i responsabili di tali nefandezze. A questo punto una evidente ragione di opportunita' dovrebbe consigliare al direttore Cappon di non aderire alla richiesta del conduttore di Annozero. Il documentario della Bbc costituisce una ricostruzione gia' confutata dal giornale della Cei che ha evidenziato che non solo non vi fu alcun insabbiamento dei casi accertati, che anzi i religiosi coinvolti furono ricondotti allo stato laicale. Cappon lasci pure a Santoro la palma del martirio, ma eviti di trasformare il Servizio pubblico radiotelevisivo in un plotone mediatico di esecuzione pronto a fare fuoco sulla Chiesa e sul Papa, per di piu' in nome di una lacunosa se non addirittura calunniosa ricostruzione dei fatti.
lunedì 14 maggio 2007
In Rai effetti dirompenti dalla rimozione del prof. Petroni
Il prof. Angelo Maria Petroni puo' essere revocato solo con il parere preventivo della commissione parlamentare di vigilanza. Non contesto che Petroni possa essere revocato, contesto la motivazione addotta e la procedura seguita. Non penso che un ministro possa dire che, siccome un consigliere non ha piu' la sua fiducia, deve andarsene. Penso che la Vigilanza Rai deve dare la propria indicazione a maggioranza semplice e penso inoltre che il rappresentante del Tesoro nell'assemblea degli azionisti vota secondo le indicazioni della commissione parlamentare di vigilanza. Questa e' la mia interpretazione della legge, che ho avuto modo di far presente al ministro nel carteggio tra noi intercorso tra gennaio e marzo. E' in atto una manovra politica finalizzata a sostituire un consigliere ritenuto non funzionale agli scopi del governo, per sostituirlo con un altro ritenuto funzionale. Un precedente molto pericoloso perche', qualsiasi governo pro tempore, potra' sostituire un proprio consigliere non ritenuto in linea all'interno delle societa' pubbliche, Eni ed Enel per esempio. Un'azione dirompente. Intanto il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa sara' sentito dalla commissione la prossima settimana, martedi' o mercoledi' per spiegare tutte le cose di cui si sta discutendo.
martedì 8 maggio 2007
Il CdA della RAI è nel pieno dei suoi poteri
Il Cda Rai è nel pieno delle sueattribuzioni e delle sue funzioni. C`è una ichiesta di rinvio agiudizio a carico di cinque consiglieri di amministrazione che dev`essere ancora valutata da un giudice terzo.
Non voglio entrare nel merito della vicenda che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di 5 consiglieri di amministrazione, ma riscontro che l`iniziativa giudiziaria coincide con la vigilia di un`importante riunione nel corso della quale il cda sarà chiamato a decidere su alcune proposte di nomina avanzate dal direttore generale, e che questo singolare ancorché casuale tempismo sta già per essere strumentalizzato a fini di parte.
E` di tutta evidenza che l`obiettivo della delegittimazione del Consiglio ha finalità esclusivamente politiche che possono rivelarsi esiziali per i reali interessi dell`azienda. Per questo è lecito attendersi che nessuno, dentro e fuori la Rai, lo persegua.
E` di tutta evidenza che l`obiettivo della delegittimazione del Consiglio ha finalità esclusivamente politiche che possono rivelarsi esiziali per i reali interessi dell`azienda. Per questo è lecito attendersi che nessuno, dentro e fuori la Rai, lo persegua.
lunedì 7 maggio 2007
GENTILONI AMMETTE CHE IL SUO DDL SERVE SOLO AL GOVERNO
Sul Corriere della Sera di oggi ilministro Gentiloni ha candidamente confessato che la veramotivazione sottesa al disegno di legge di controriforma delsistema radiotelevisivo che reca il suo nome e' di naturapolitica. Quel che e' veramente in gioco, dunque, non e' uninteresse generale ma la sopravvivenza stessa dellacoalizione di governo.
Non si spiegherebbe altrimentil'evocazione dello tsunami elettorale che si abbatterebbe sulcentrosinistra in caso di mancata approvazione delprovvedimento. Una previsione assolutamente legittima che pero' smaschera la natura ipocrita degliappelli lanciati nei mesi scorsi all'opposizione acollaborare all'approvazione di un testo che, come ammette lostesso ministro proponente, e' funzionale solo agli interessidella maggioranza.
venerdì 4 maggio 2007
BENE FASSINO SU AUTONOMIA CDA RAI DA GOVERNO
Ma a chi si riferisce quando parla di 'noi'?
Piero Fassino questa mattina ha affermato che il Cda della Rai "ha una sua vigenza che non dipende dai governi incarica".
Bene Fassino quando ricorda al centrosinistra che la vita del Cda Rai non dipende dal colore del governo in carica. Incomprensibile, invece, quando ascrive ad un generico 'noi' il merito di lavorare ' per far tornare grande laRai'. Noi chi? Certo non il governo che sulla Rai finora non ha presentato un testo su cui confrontarsi. E allora, chi? Fino a prova contraria, le scelte strategiche di un`impresa, anche totalmente pubblica, vengono decise e perseguite dai suoi amministratori e non dai leader di partito.
Piero Fassino questa mattina ha affermato che il Cda della Rai "ha una sua vigenza che non dipende dai governi incarica".
Bene Fassino quando ricorda al centrosinistra che la vita del Cda Rai non dipende dal colore del governo in carica. Incomprensibile, invece, quando ascrive ad un generico 'noi' il merito di lavorare ' per far tornare grande laRai'. Noi chi? Certo non il governo che sulla Rai finora non ha presentato un testo su cui confrontarsi. E allora, chi? Fino a prova contraria, le scelte strategiche di un`impresa, anche totalmente pubblica, vengono decise e perseguite dai suoi amministratori e non dai leader di partito.
giovedì 3 maggio 2007
Dopo rilievi Ue, il ddl Gentiloni e' clinicamente morto
Dopo i rilievi della Commissione europea il ddl Gentiloni e' clinicamente morto. Mi sembra checi sia una sorta di nemesi storica. La sinistra ha sempre accusato noi di aver fatto una riforma in aperto contrasto con le direttive europee. Adesso il ddl presentato per modificare la Gasparri e renderla compatibile con le direttive europee viene sostanzialmente bocciata dalla Commissione europea sul tetto del 45 per cento alla raccolta delle risorse pubblicitarie. È un elemento che avevo evidenziato a piu' riprese, si tratta di una misura assolutamente improponibile, per quanto la si voglia presentare come una disposizione transitoria, perche' la materia e' di pertinenza della Autorita' antitrust. È un impianto normativo molto rozzo che giustamente viene severamente vagliato dalla Commissione europea. Quindi il ddl Gentiloni, che aveva gia' poche probabilita' di riuscita, dopo questi rilievi della Commissione e' clinicamente morto. Consiglierei al ministro Gentiloni di ritirarlo e di vedere se ha la possibilita' di fare qualcosa di piu' presentabilenon solo agli occhi del Parlamento nazionale ma anche dellaCommissione europea.
Concerto del 1° maggio: la RAI come cavalcavia per lanciare sassi
La Rai e' stata il mezzo attraverso il quale un conduttore ha lanciato la fatwa dell'integralismo laicistacontro il Papa. Gia' questa circostanza avrebbe dovuto indurre la concessionaria a chiedere scusa piuttosto che a rivendicare la propriaformale estraneita' rispetto a quanto accaduto durante il concerto del1 Maggio. L'azienda di viale Mazzini dovrebbe riflettere sul perche' il servizio pubblico radiotelevisivo sia diventato da tempo ilcavalcavia preferito per scagliare sassi contro bersagli immobili. Lo hanno fatto giornalisti, comici, conduttori e personaggi come Rivera in cerca di facile e soprattutto gratuita pubblicita'. Questo malcostume, che per altro si ubriaca di demagogia, antipolitica, conformismo e pensiero debolissimo, ha ben poco a che fare con l'articolo 21 della Costituzione. La Rai agisca per farlo cessare.
mercoledì 25 aprile 2007
Dopo la decisione della Vigilanza Cossiga vada da Funari
Sono rammaricato che il Presidente Cossiga abbia annunciato di non partecipare sabato prossimo alla trasmissione “Apocalypse Show” condotta su Rai 1 da Gianfranco Funari. Anche perché proprio ieri, in tempo reale, l’Ufficio di Presidenza della Commissione Vigilanza Rai ha unanimemente aderito alla richiesta avanzata in tal senso dal direttore generale Cappon. Evidentemente questa decisione non è stata ancora comunicata all’interessato. Per questo spero vivamente che il Presidente Cossiga riconsideri la scelta di non partecipare.
lunedì 23 aprile 2007
Gentiloni sbaglia, il "bollino di qualità" è elemento di trasparenza
Stupiti dallo stupore del Ministro Gentiloni. Il bollino di qualità non è un elemento marginale ma uno strumento per rendere più trasparente il rapporto tra la Rai e gli utenti che pagano il canone. Credevamo che il Ministro Gentiloni fosse dello stesso avviso.
Tv, Il Ministro Gentiloni e la Rai hanno cancellato il "bollino di qualità" dal Contratto di Servizio
Rilevo con stupore misto ad amarezza che dal testo finale del Contratto di Servizio tra Rai e ministero delle Comunicazioni è misteriosamente scomparso ogni riferimento al cosiddetto “bollino di qualità”, cioè a quell’emendamento approvato all’unanimità dalla Vigilanza che impegnava la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo “a rendere riconoscibili agli utenti, mediante l’apposizione di adeguati segnali visivi” la programmazione finanziata dal canone rispetto a quella finanziata dalla pubblicità. Inutile rimarcare che sarebbe stata una bella prova di rispetto istituzionale se il ministero delle Comunicazioni, sebbene non obbligato, avesse comunicato alla commissione di Vigilanza, cioè al Parlamento, l’avvenuto rigetto di un punto sostanziale e qualificante del testo. Anzi, è avvenuto l’esatto contrario, come potrà confermare l’on. Beltrandi, relatore del parere della Commissione, che ha tenuto i contatti con il ministero. Ma al di là di questo, è gravissimo che il ministro Gentiloni si sia piegato alla volontà della Rai, da sempre contrarissima a qualsiasi forma di evidente distinzione nell’offerta televisiva, cancellando con un tratto di penna una decisione unanime che avrebbe introdotto un principio di elementare trasparenza in favore dei cittadini-utenti-contribuenti. Dopo aver aumentato il canone, Gentiloni elimina ora un elemento particolarmente in grado di consentire un effettivo e puntuale controllo sull’utilizzo delle risorse e su quello schema di contabilità separata in base al quale la Rai chiede, anzi pretende da ministri compiacenti, l’aumento del canone.
giovedì 19 aprile 2007
SU CDA RAI IL MINISTRO PADOA SCHIOPPA INFORMI LA VIGILANZA
Illustre Ministro faccio seguito al carteggio delle scorse settimane, relativo all’eventualità che Ella, nella qualità di detentore temporaneo della maggioranza del capitale sociale della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, si trovi nella condizione di promuovere un’azione di responsabilità nei confronti di alcuno dei componenti il Consiglio d’Amministrazione della società, ovvero di revoca dal mandato. Nei giorni scorsi i rappresentanti di vari Gruppi presenti in questa Commissione mi hanno informato di nuove voci ed indiscrezioni concernenti tale eventualità, facendo riferimento anche ad ipotesi che sarebbero state avanzate in ambienti istituzionali. Tali colleghi mi hanno espressamente chiesto di intraprendere presso il Suo Dicastero tutte le iniziative atte a tutelare il Parlamento e le prerogative della Commissione, nel contempo sottolineando la singolarità della coincidenza di tali voci con il positivo esito della concertazione intercorsa tra il Governo e la RAI sullo schema di Contratto di servizio, nel quale sono state recepite tutte le indicazioni contenute nel parere della Commissione. Nella riunione di ieri martedì 17 aprile 2007, l’Ufficio di Presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, mi ha unanimemente conferito il mandato di richiamare le circostanze ed i contenuti del nostro precedente carteggio, il quale si concludeva con la Sua assicurazione che la Commissione sarebbe stata tempestivamente informata non solo dell’eventuale fissazione di riunioni dell’Assemblea della RAI e dei relativi esiti, ma anche di ogni altra iniziativa connessa alla vicenda in esame. Sono certo, signor Ministro, che ove si riscontrassero novità al riguardo Ella non trascurerebbe di darne tempestiva notizia a questa Commissione. Ugualmente, mi sento in dovere di richiamare le argomentazioni che ho già avuto modo di esporre circa la necessità istituzionale che la Commissione sia non solo adeguatamente informata degli sviluppi della vicenda, ma possa esercitare al riguardo il proprio ruolo e le proprie prerogative. Il nostro sistema, ispirato al criterio di mantenere nell’ambito parlamentare le funzioni inerenti l’indirizzo generale e la vigilanza del servizio radiotelevisivo pubblico, esclude quella diretta ingerenza nell’esecutivo in tali funzioni, che, di fatto ma inevitabilmente, si determinerebbe attraverso l’esercizio incondizionato di un’azione di responsabilità o di revoca degli amministratori della RAI da parte del Suo Dicastero. Da qui, la necessità di un coinvolgimento del Parlamento ed in particolare di questa Commissione, sia in termini generali di indirizzo politico, sia nei termini più specifici delle prerogative espressamente attribuite alla Commissione dalla normativa specifica ora vigente. Ciò, sia pure con le riserve circa l’attuale applicabilità di quest’ultima, che Ella ha formulato nella Sua del 6 febbraio scorso, e che io non mancherò, ove occorra, di rappresentare compiutamente alla Commissione, assieme alle mie personali considerazioni che pervengono alla conclusione opposta. Mi sembra inoltre che a queste ragioni debba aggiungersi l’ulteriore considerazione del rilievo, anche sistematico, che assume la recente pronuncia di parziale illegittimità costituzionale della legge n. 145 del 2002. Essa testimonia infatti del disfavore con il quale l’ordinamento giuridico nel suo complesso considera le disposizioni normative che legano le nomine dei vertici degli enti pubblici o di interesse pubblico al mutare delle maggioranze di Governo. Resto pertanto in attesa delle eventuali notizie o informazioni che Ella riterrà di trasmettere alla Commissione che ho l’onore di presiedere, e colgo l’occasione per inviarLe i migliori saluti.
mercoledì 18 aprile 2007
SU VICENDA BIAGI MAZZETTI CONFERMA LA MIA RICOSTRUZIONE
Mi sembra normale che si accetti una transazione per evitare il tribunale. Ho semplicemente ricordato, ed il direttore Del Noce lo ha confermato, che il dott. Enzo Biagi è uscito volontariamente dalla Rai e non senza soddisfazione come egli stesso ebbe modo di far sapere attraverso un apposito comunicato. Non vedo perché continuare a voler brandire la palma del martirio quando, come sottolinea lo stesso Mazzetti, Biagi rifiutò ben due proposte di contratto, una di Rai Uno e l’altra di Rai Tre. Questo per amore di verità e non di polemica.
martedì 17 aprile 2007
RISOLUZIONE SU "IN MEZZ'ORA", OCCASIONE PERDUTA? RESPONSABILITA’ DELLA MAGGIORANZA
Condivido le parole dell’on. Beltrandi, che ringrazio per aver evidenziato il mio tentativo di mediazione, quando afferma che oggi la Commissione di Vigilanza sulla Rai ha perso un’occasione. Nutro massimo rispetto per l’on. Beltrandi, per il lavoro che svolge nella Commissione, per l’impegno che ha profuso in questa vicenda così come in quella del parere sul Contratto di Servizio tra Rai e Ministero delle Comunicazioni di cui è stato solerte e puntuale relatore. Devo però ricordargli che la responsabilità dell’occasione perduta non va di certo addossata a chi, come la minoranza e segnatamente il senatore Storace ha accettato l’ipotesi di mediazione da me avanzata, ma va ricercata in quei gruppi che hanno preteso ed ottenuto dal relatore la cancellazione di qualsiasi riferimento alla trasmissione, già sanzionata dall’Agcom, da cui era scaturito l’intervento della Commissione. Bisogna rendersi conto una volta per tutte che la tutela del pluralismo informativo costituisce la ragion d’essere della nostra Commissione. Piegare questa elementare verità alle convenienze protette dalla forza del numero equivale a delegittimare il ruolo della Commissione stessa. E questo non può e non deve essere consentito.
PRODI NON DIFENDE ITALIANITA’
L’azione malsana del governo in tutta la vicenda Telecom sta diffondendo nel mondo l’immagine di un’Italia inaffidabile e ripiegata su se stessa. La rinuncia di AT&T non rappresenta la vittoria di disinteressati cantori di un farsesco “nazionalismo imprenditoriale” ma piuttosto la bruciante sconfitta di un intreccio perverso tutto nostrano tra banche ed imprese incapace di navigare in mare aperto e di misurarsi con le leggi della domanda e dell’offerta. Ed è proprio questo lo schema che Prodi intende difendere fino in fondo perché perfettamente corrispondente al sistema di potere che lo ha allevato.
mercoledì 11 aprile 2007
SU VICENDA TELECOM IL GOVERNO STA SPROFONDANDO NEL RIDICOLO
Sulla vicenda Telecom il governo rischia seriamente di sprofondare nel ridicolo: prima il piano Rovati ideato da Prodi per ripubblicizzare la rete dopo averla malamente privatizzata nel ‘97, poi l’adesione acritica alle “sacre” decisioni del mercato assicurata dall’on. Sircana, quindi l’annunciato decreto per lo scorporo della rete fissa puntualmente smentito dal ministro Rutelli mentre un altro ministro, Gentiloni, spaccia come aperture le bacchettate della Ue in merito alla ipotesi di separazione funzionale della rete. E non è finita: un altro ministro, Di Pietro, incita i piccoli azionista a ribellarsi per “far saltare il banco”. Tutto questo in merito ad un’azienda quotata in borsa. E meno male che avevano garantito di portare la “serietà al governo.
DA TG1 SCELTA CORAGGIOSA
La scelta del Tg1 di trasmettere le durissime immagini della barbara esecuzione dell’autista di Daniele Mastrogiacomo da parte di fondamentalisti talebani è stata coraggiosa, necessaria e - ritengo - particolarmente sofferta. Per questo ancor più apprezzabile. La testata diretta da Gianni Riotta ha adempiuto fino in fondo al ruolo di servizio pubblico contribuendo a rendere più chiare e comprensibili le ragioni della presenza italiana in Afghanistan. Gliene diamo volentieri atto. Su quel drammatico video riflettano ora i nostalgici dei talebani, i teorici delle conferenze di pace allargate ai terroristi, i fautori del nostro disimpegno da quella martoriata regione.
lunedì 9 aprile 2007
ASSESSORE GABRIELE SI DIMETTA
La cosiddetta “Agenda della Pace” stilata dall’Assessore regionale alla Cultura, Corrado Gabriele, rappresenta un capolavoro di faziosità politica mista al più vieto laicismo. Di tale grossolana operazione propagandistica a spese dei cittadini non è dato finora conoscere il costo né il numero di copie stampate né le modalità con cui verranno distribuite. Siamo in presenza di un’iniziativa arbitraria ed autoreferenziale rivolta alle scuole ma non concordata con le Istituzioni scolastiche, cha parla di pace ma discrimina le vittime, che pretende di coltivare la memoria nello stesso momento in cui cancella le tragedie. Quando un amministratore utilizza risorse pubbliche per scopi di parte ha il dovere di dimettersi. Sarebbe ora che l’assessore Gabriele prendesse in seria considerazione questa dignitosa soluzione.
ASSESSORE GABRIELE SI DIMETTA
La cosiddetta “Agenda della Pace” stilata dall’Assessore regionale alla Cultura, Corrado Gabriele, rappresenta un capolavoro di faziosità politica mista al più vieto laicismo. Di tale grossolana operazione propagandistica a spese dei cittadini non è dato finora conoscere il costo né il numero di copie stampate né le modalità con cui verranno distribuite. Siamo in presenza di un’iniziativa arbitraria ed autoreferenziale rivolta alle scuole ma non concordata con le Istituzioni scolastiche, cha parla di pace ma discrimina le vittime, che pretende di coltivare la memoria nello stesso momento in cui cancella le tragedie. Quando un amministratore utilizza risorse pubbliche per scopi di parte ha il dovere di dimettersi. Sarebbe ora che l’assessore Gabriele prendesse in seria considerazione questa dignitosa soluzione.
giovedì 5 aprile 2007
GRAZIE A VIGILANZA CONTRATTO DI SERVIZIO RIVOLUZIONARIO
La firma odierna del Contratto di Servizio tra Rai e ministero delle Comunicazioni rappresenta un fatto positivo che ora dovrà trovare seguito in atti concreti. Del resto, grazie alle modifiche apportate all’unanimità dalla commissione parlamentare di Vigilanza il nuovo contratto contiene novità assolutamente rilevanti per la Rai: dal bollino che consentirà agli utenti di distinguere i programmi finanziati dal canone da quelli finanziati dalla pubblicità all’introduzione della lingua dei segni nei tg, ai meccanismi di meritocrazia e trasparenza nella gestione aziendale senza trascurare le questioni legate alla qualità della programmazione, all’innovazione tecnologica e ad una più efficace e puntuale tutela dei minori. Insomma, una piccola ma significativa rivoluzione che consentirà alla Rai di essere più vicina ai cittadini e quindi di recuperare il senso di un autentico servizio pubblico radiotelevisivo.
mercoledì 4 aprile 2007
VIVA SODDISFAZIONE PER APPROVAZIONE UNANIME CONTRATTO DI SERVIZIO
Esprimo viva soddisfazione per l’unanime decisione del Consiglio d’Amministrazione della Rai di approvare il Contratto di Servizio tra la Società Concessionaria del Servizio Pubblico Radiotelevisivo ed il Ministero delle Comunicazioni così come modificato dalla Vigilanza Rai. Il parere della Commissione, infatti, ha introdotto elementi distintivi del servizio pubblico con particolare riferimento al bollino di qualità, all’accesso alla programmazione degli utenti disabili, ad una complessiva, maggiore trasparenza dell’attività della Rai, che va dalla previsione di concorsi per il reclutamento del personale, alla conoscibilità delle retribuzioni alle informazioni da trasmettere alla Commissione di Vigilanza.
TELECOM SCONTIAMO PRIVATIZZAZIONI DI PRODI
Agli immemori del centrosinistra dico che oggi noi scontiamo una scellerataprivatizzazione fatta nel 1997 da Romano Prodi, il quale privatizza Telecom nel 1997 vendendola a circa dodici miliardi di euro. Qualche anno dopol'Enel, societa' pubblica, acquista per lo stesso prezzo Infostrada da Vodafone. E in Infostrada vi era la rete delle Ferrovie dello Stato, acquistata nel 1997 per 700 miliardi dilire pagabili in 14 anni.
L'anno dopo Olivetti vende alla Mannesman la stessa rete per 14 mila miliardi pagabili inunica soluzione.
Questa e' la storia di Telecom che coincidecon i governi di centrosinistra, la smettessero oggi dipiangere sul latte che hanno versato e pensassero seriamentealla tutela dei livelli occupazionali, all'ammodernamentodelle strutture, a un piano di investimento in grado difornire ai cittadini servizi davvero innovativi
martedì 3 aprile 2007
TELECOM DAL GOVERNO LACRIME DI COCCODRILLO
Sul caso Telecom ci troviamo in presenza di proposte industriali avanzate da partner industriali di altissimo livello e profilo, per di piu' gia' apprezzate dal mercato come dimostra l'andamento del titolo Telecom in borsa.
Se esistono eventuali imprenditori italiani in grado di mettere in campo proposte altrettanto serie e consistenti battano un colpo e lo facciano subito. Le lacrime del governo sul destino di Telecom sono lacrime di coccodrillo perche' oggi l'Italia sconta in termini di ruolo, presenza e forza nel settore strategico delle tlc la scellerata privatizzazione del colosso nazionale di telecomunicazioni avviata proprio da Prodi nel 1997. Ed anche in questo anno di governo il premier si e' mosso con la grazia di un elefante in una cristalleria, prima con il piano di annessione di Telecom al proprio sistema di potere poi lanciando ipocriti appelli a salvarne l'italianita'.
lunedì 2 aprile 2007
SU TELECOM DA GOVERNO PRODI LACRIME DI COCCODRILLO
Ci troviamo in presenza di proposte industriali avanzate da partner industriali di altissimo livello e profilo, per di più già apprezzate dal mercato come dimostra l’andamento del titolo Telecom in borsa. Se esistono eventuali imprenditori italiani in grado di mettere in campo proposte altrettanto serie e consistenti battano un colpo e lo facciano subito. Le lacrime del governo sul destino di Telecom sono lacrime di coccodrillo perché oggi l’Italia sconta in termini di ruolo, presenza e forza nel settore strategico delle tlc la scellerata privatizzazione del colosso nazionale di telecomunicazioni avviata proprio da Prodi nel 1997. Ed anche in questo anno di governo il premier si è mosso con la grazia di un elefante in una cristalleria, prima con il piano di annessione di Telecom al proprio sistema di potere poi lanciando ipocriti appelli a salvarne l’italianità.
martedì 27 marzo 2007
VIGILANZA AFFRONTI I CASI CONCRETI NON IL SESSO DEGLI ANGELI
Non riesco a comprendere o forse lo comprendo troppo bene l’atteggiamento di questi commissari della Vigilanza che di tutto parlano, tutto auspicano, tutto esigono, tranne che il rispetto da parte del servizio pubblico televisivo degli indirizzi televisivi che essi stessi hanno formulato. Occorre convincersi che la Commissione non è un areopago nel quale discettare del sesso degli angeli, ma un organismo parlamentare chiamato ad affrontare casi concreti assumendosene la responsabilità politica. Resta da chiedersi perché chi contesta questa funzione e queste finalità abbia scelto di farvi parte.
GRATITUDINE ALLE FORZE DELL’ORDINE PER ARRESTO DI LAURO
Esprimo a nome di Alleanza Nazionale della Campania e mio personale la più viva gratitudine all’Arma dei Carabinieri ed alle Forze dell’Ordine per la cattura del camorrista Vincenzo Di Lauro. Il brillante risultato tuttavia non autorizza chi ha responsabilità pubbliche come il sindaco Rosa Russo Iervolino a lasciarsi prendere da facili entusiasmi o a sottovalutare l’eccezionalità di una situazione come quella napoletana che va affrontata con mezzi straordinari di indirizzo e coordinamento che solo l’istituzione della figura di un Alto Commissionario per la lotta alla criminalità può garantire.
lunedì 26 marzo 2007
BENE ESERCITO MA ISTITUIRE ALTO COMMISSARIO CONTRO CRIMINALITA’
La presenza dell’esercito a Napoli, che per primi abbiamo invocato, ha un senso solo se viene istituita la figura di un Alto Commissario per la lotta alla criminalità con funzioni e poteri di coordinamento delle Forze dell’Ordine e delle attività investigative. Il piano anti-crimine varato dal ministro Amato e salutato come l’inizio di una svolta si sta rivelando del tutto inadeguato rispetto alla pecurialità della situazione napoletana ed i successi fin qui registrati si devono esclusivamente al senso di sacrificio di tutte le forze di Polizia. Ritardare ancora l’adozione di misure idonee a contrastare efficacemente l’eccezionalità della delinquenza a Napoli può compromettere irreversibilmente il recupero di intere zone della città alla legalità ed al rispetto della civile convivenza.
martedì 20 marzo 2007
GRAZIE ALLE FORZE DELL’ORDINE ORA SINISTRA NON SFUGGA CONFRONTO CON CDL SU EMERGENZE DI NAPOLI
Plauso e gratitudine alle Forze dell’Ordine che questa mattina con una brillante operazione hanno assestato un colpo formidabile alla camorra napoletana. Il successo odierno conferma che la lotta al crimine può essere affrontata, combattuta e vinta. Siamo, tuttavia, perfettamente consapevoli che la repressione è solo il presupposto per estirpare la malapianta della criminalità dal ventre di Napoli e che questo risultato lo si ottiene solo affrontando in maniera decisa i mali antichi della città. Purtroppo siamo costretti a registrare su questo fronte una sorta di autismo politico da parte della sinistra al Comune, alla Provincia ed alla Regione laddove, invece, occorrerebbe un confronto assiduo e costruttivo con l’opposizione a cominciare dalla questione del lavoro, del risanamento delle periferie e della riqualificazione urbanistica di aree come Bagnoli e Napoli Est.
venerdì 16 marzo 2007
NEI TGR VISTOSO SQUILIBRIO DEL PLURALISMO POLITICO
I primi dati diffusi dall’Osservatorio di Pavia sul monitoraggio del pluralismo politico nei telegiornali regionali della Rai evidenziano anche a livello locale un vistoso squilibrio nella distribuzione politica degli spazi informativi a favore del centrosinistra. In quasi tutte le regioni d’Italia l’Unione raggiunge percentuali di presenza diretta in tv o di notizia di gran lunga superiori al centrodestra, toccando in alcune zone, come nel caso dell’Umbria, oltre l’80 per cento del tempo complessivo dell’informazione televisiva locale Rai. Nell’Italia settentrionale l’unica regione in cui si realizza un effettivo equilibrio tra la Casa delle Libertà ed il centrosinistra è il Veneto, dove la maggioranza di centrodestra raggiunge il 38,5 per cento del tempo gestito direttamente e l’Unione è al 38.8 per cento. Nelle altre regioni a parte la Lombardia, dove pur in presenza di una preponderanza del centrodestra il centrosinistra totalizza oltre il 30, si assiste al dominio assoluto dell’Unione che in Liguria raggiunge il suo massimo con il 71.1 per cento del tempo complessivamente dedicato e con il 71.3 del tempo gestito direttamente. Al Centro Italia tale situazione diventa ancor più evidente confermando l’esistenza di un trend dell’informazione locale tutto a favore del centrosinistra. In Toscana, ad esempio, per quanto riguarda le percentuali di tempo gestito direttamente la CdL tocca il suo minimo assoluto (5,8%) contro l’80.6 del Centrosinistra. Non fa eccezione neppure il Molise nonostante le recenti elezioni abbiano registrato la conferma della guida polista: 25,1 centrodestra; 40,1 centrosinistra. Il dato è riferito al tempo gestito direttamente e la situazione non cambia di molto nella rilevazione del tempo complessivo. Anche nelle regioni meridionali si conferma lo squilibrio tra centrodestra e centrosinistra. Unica isola – è il caso di dire – è la Sicilia, regione governata dalla Casa delle Libertà dove il tempo gestito direttamente fa intravedere un sostanziale pareggio: 38,2 al centrodestra, 39,8 al centrosinistra. La Campania è la regione dove la Casa delle Libertà registra il dato più basso del Sud: 9 per cento dello spazio in diretta televisiva contro il 60,5 dell’Unione. Anche se le modalità di rilevazione riguardano un solo mese e vanno probabilmente affinate, bene ha fatto la commissione di Vigilanza ad estendere il monitoraggio anche ai tg regionali. Ora la Rai ha la possibilità di intervenire al fine di ripristinare una più corretta ed equilibrata informazione ed un effettivo pluralismo politico.
giovedì 15 marzo 2007
RAI SIA PIU’ MORIGERATA SUI COMPENSI E RECUPERI SPIRITO SERVIZIO PUBBLICO
La Rai recuperi lo spirito del Servizio pubblico e sia più morigerata nei compensi. Sono certo che sono molti quanti tra giornalisti, artisti, autori ed opinionisti accetterebbero di guadagnare di meno pur di lavorare in una Tv autorevole e consapevole del proprio ruolo. Insomma più Rai Pride e meno Rai Price.
martedì 13 marzo 2007
NESSUNA CACCIA STREGHE MA DIRITTO DOVERE DELLA COMMISSIONE INTERVENIRE SU PLURALISMO
Quando la Commissione di Vigilanza interviene rispetto ad una violazione del pluralismo non apre una caccia alle streghe ma esercita un diritto-dovere che trova fondamento nella legge. Mettere in dubbio questa potestà equivale a mettere in dubbio l’esistenza stessa della Commissione, che non a caso reca nel suo stesso nome il riferimento alla vigilanza.
GABRIELE SCONCERTANTE RITIRI AGENDA DELLA PACE
L’arroganza dell’assessore Gabriele è sconcertante: l’esponente comunista non capisce o fa finta di non capire che lo scandalo della sua cosiddetta “Agenda della pace” non consiste tanto nella omissione di San Gennaro o nella cancellazione della tragedia delle foibe quanto nel tentativo di farne uno strumento di propaganda all’interno delle scuole. Propaganda pacifista a spese dei contribuenti campani. Per questo Gabriele deve ritirare l’Agenda, per questo Bassolino deve ritirare Gabriele.
venerdì 9 marzo 2007
DA GENTILONI PAROLE INQUIETANTI
Le parole del Ministro Gentiloni sono inquietanti perché lasciano intravedere la volontà di ottenere dalla Rai un allineamento rapido ed incondizionato alle esigenze del Governo. Penso invece che vada tutelata l’autonomia e la libertà del Consiglio d’Amministrazione. A tale proposito appare indifferibile l’approvazione del regolamento concernente i rapporti tra CdA e Direttore generale. In ogni caso sia chiaro se il Ministro dell’Economia intentasse un’azione di responsabilità per revocare l’attuale Consiglio d’Amministrazione il rappresentante dell’azionista in base al “Testo Unico della Radiotelevisione” deve votare in conformità alle decisioni adottate dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza.
CAPPON SMENTISCA ARTICOLO “STAMPA”
La “Stampa” in edicola oggi pubblica un interessante articolo di Maria Grazia Bruzzone che fa riferimento ad una non meglio specificata “lenzuolata di nomine Rai, frutto di arzigogolati compromessi interni, alla quale aveva lavorato una parte del Cda”. Questa “lenzuolata”, secondo la giornalista, sarebbe stata “disapprovata” dal governo nonostante Cappon avesse “informato delle sue proposte sia Palazzo Chigi, sia il ministro delle Comunicazioni Gentiloni, sia l’azionista, cioè il ministro dell’Economia Padoa Schioppa”…”. Poiché finora nessuno ha smentito la Bruzzone, è lecito chiedersi perché il direttore generale Cappon abbia sentito il bisogno di sottoporre all’approvazione preventiva di membri del governo le ipotesi di nomina fatte dal Cda, violando in tal modo il principio dell’autonomia aziendale nelle scelte gestionali. Ovviamente non mi aspetto di ricevere una risposta oggi ma di leggere una smentita domani sul quotidiano torinese. In mancanza si renderà necessario un approfondimento in Vigilanza con lo stesso Cappon e con il presidente Petruccioli.
SANTORO POLITICO O GIORNALISTA?
Santoro si è risposto da solo quando ricorda che normalmente “in un Paese ognuno fa il suo lavoro, politici e giornalisti”. Il pubblico italiano, quello che paga il canone, ancora questo non riesce a capire: quando a parlare dagli schermi del Servizio pubblico è il conduttore Santoro o l’on. Santoro.
PETRUCCIOLI E CAPPON RISPONDERANNO SUL CASO “ANNO ZERO”
Il Ministro Mastella è stato vittima ieri di un autentico agguato mediatico e per questo merita solidarietà. Sono certo di interpretare un sentimento molto diffuso tra i commissari della Vigilanza Rai quando auspico che nel corso dell’audizione del Presidente Petruccioli e del Direttore generale Cappon, fissata per mercoledì prossimo, la Commissione faccia sentire netta e chiara la propria voce in difesa non solo del pluralismo quanto del diritto stesso a partecipare nelle trasmissioni di Santoro in posizione di parità e di effettivo contraddittorio. Finora questo diritto non è stato garantito agli esponenti di aree e culture politiche non riconducibili a quelle gradite al faziosissimo conduttore di “Anno zero.
giovedì 8 marzo 2007
Nomine Cda Rai bocciate, Chi o cosa ha ispirato Cappon
Il Direttore generale Cappon è persona troppo esperta di vicende Rai per non prevedere che avrebbe perso il braccio di ferro con il CdA sulle nomine. Anzi sei volte su otto l’esito delle votazioni è andato oltre i tradizionali steccati di maggioranza ed opposizione. Poiché Cappon è persona che conosce l’Azienda e poiché non è un irresponsabile è lecito chiedersi chi o che cosa abbia ispirato il suo anomalo comportamento. Ma questo, probabilmente, lo capiremo dagli sviluppi della situazione nelle prossime ore.
Videodibattito a Repubblica.Tv su Rai e Sanremo
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mercoledì 7 marzo 2007
La Commissione Vigilanza Rai ascolterà i direttori di Rai Uno e Rai Tre
Audizione dei vertici Rai e dei direttori di Rai Uno e Rai Tre, oltre alla discussione di due risoluzioni presentate dal senatore Storace e dall’on. Merlo. Questo è quanto è stato stabilito nella riunione di oggi dall’Ufficio di Presidenza della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
Il calendario delle attività per la prossima settimana prevede per martedì, 13 marzo alle ore 14, la discussione sulla risoluzione relativa ai contenuti della serie televisiva Rai “In mezz’ora” presentata dal senatore Francesco Storace, e quella sul potenziamento e valorizzazione dei Centri di produzione decentrati e delle Sedi regionali Rai formulata dall’on. Giorgio Merlo.
Mercoledì, 14 marzo alle ore 14, saranno auditi il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, ed il direttore generale, Claudio Cappon, mentre giovedì, 15 marzo alle ore 14, sarà la volta del direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce, e di Rai Tre, Paolo Ruffini.
Il calendario delle attività per la prossima settimana prevede per martedì, 13 marzo alle ore 14, la discussione sulla risoluzione relativa ai contenuti della serie televisiva Rai “In mezz’ora” presentata dal senatore Francesco Storace, e quella sul potenziamento e valorizzazione dei Centri di produzione decentrati e delle Sedi regionali Rai formulata dall’on. Giorgio Merlo.
Mercoledì, 14 marzo alle ore 14, saranno auditi il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, ed il direttore generale, Claudio Cappon, mentre giovedì, 15 marzo alle ore 14, sarà la volta del direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce, e di Rai Tre, Paolo Ruffini.
Rifiuti Campania, dal Governo capolavoro di ipocrisia
Il governo, oltre all’emergenza rifiuti in Campania, è alle prese anche con un’emergenza seriètà. Ieri si è dimesso il Commissario straordinario Bertolaso per contrasti insorti con il ministro dell’Ambiente, on. Pecoraro Scanio, circa l’apertura della discarica di Serre, nel Salernitano. Oggi si apprende che Bertolaso resta e che la discarica, seppur ridotta, si farà. Resta da capire base a quale capolavoro di ipocrisia Pecoraro Scanio continui a restare al suo posto.
Minacce al Cardinale Sepe, sintomo di barbarie
Le minacce terroristiche sono sempre esecrabili ma quando esse arrivano a scegliere come bersaglio personalità come quelle del Cardinale Sepe si ammantano di una speciale viltà che le rende particolarmente odiose. Intimidire un eminente uomo di Chiesa diventato in brevissimo tempo il punto di riferimento di quanti sperano e lavorano per il riscatto di Napoli e per la promozione umana e civile dei napoletani è il sintomo di una barbarie che non riconosce nulla oltre il proprio delirio. A Sua Eminenza Sepe giunga totale ed incondizionata la mia solidarietà di cittadino e parlamentare campano.
martedì 6 marzo 2007
Bassolino intervenga su Agenda della Pace
Bassolino intervenga per far inserire nella cosiddetta “Agenda della Pace”, pubblicata e distribuita dalla Regione Campania, il riferimento ai Caduti di Nassiriya e la data del 10 febbraio, scelta dal Parlamento nazionale per ricordare la tragedia delle foibe e dell’esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia. Ci aspettiamo dal Governatore della Campania comportamenti improntati a sensibilità istituzionali e comunque rispettosi della verità storica. Sconfessare un meschino atto di faziosità politica commesso da un proprio assessore è segno di forza e non di debolezza
Telefonata di solidarietà al Direttore generale della Rai Claudio Cappon
Telefonata di solidarietà del presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai, on. Mario Landolfi, al Direttore generale della Rai, dott. Claudio Cappon, a seguito delle minacce terroristiche di cui è stato oggetto il dirigente dell’Azienda di viale Mazzini.
lunedì 5 marzo 2007
Rizzo Nervo smentisca frasi su "La Stampa"
Leggo su “La Stampa” di oggi frasi attribuite al consigliere d’Amministrazione Nino Rizzo Nervo che annunciano “l’ira funesta” di Prodi qualora il CdA non procedesse giovedì alla nomina di Gianni Minoli alla direzione di Rai2. A meno che il consigliere Rizzo Nervo non abbia scelto per sé il ruolo di ventriloquo del Premier nelle vicende Rai farebbe bene a smentire o almeno a precisare quanto riportato oggi dal quotidiano torinese, non fosse altro perché un professionista del calibro di Minoli da questo tipo di esternazioni può essere solo danneggiato
domenica 4 marzo 2007
Ministro Nicolais smentisce Prodi
Prendo atto della risposta del ministro Nicolais. A questo punto la situazione relativa alle polemiche sui compensi di Sanremo è la seguente: c’è il Presidente del Consiglio Prodi che definisce “folli” gli ingaggi della Rai ai conduttori del Festival e c’è il ministro della Funzione Pubblica che rivendica a sé il merito di aver emanato la direttiva che consente all’Azienda di viale Mazzini di essere esclusa dall’ambito di applicazione di una norma della Legge Finanziaria e quindi di poter far fronte al pagamento dei compensi ferocemente criticati dal Premier. E’ di tutta evidenza che Prodi e prima di lui Padoa Schioppa non si siano resi conto di aver attaccato una decisione della Rai resa possibile da un atto di un loro collega di Governo. Bisogna tuttavia comprendere, sia nel programma sia nel dodecalogo dell’Unione il festival di Sanremo non era citato
Ho richiesto a Ministro Nicolais direttiva su compensi Sanremo
In previsione dell’Ufficio di Presidenza convocato per martedì prossimo ho richiesto al ministro Nicolais copia della direttiva emanata per l’interpretazione e l’applicazione dell’articolo 1, comma 593, della Legge Finanziaria, che fissa il tetto ai compensi per le collaborazioni e le consulenze per le società pubbliche non quotate in borsa. Questa richiesta fa seguito alla lettera inviatami dal Presidente Petruccioli all’indomani delle polemiche scoppiate sui compensi pagati dalla Rai ai conduttori di Sanremo. L’ufficio di presidenza valuterà la richiesta del Presidente Petruccioli di essere ascoltato dalla Commissione sul caso Sanremo
venerdì 2 marzo 2007
Storace dimostrerà estraneità a fatti
Sono certo che l'amico senatore Francesco Storace sapra' dimostrare la sua estraneita' ai fatti che gli vengono contestati. A lui va la mia piena e profonda solidarieta
giovedì 1 marzo 2007
La Rai non stravolga il parere della Commissione sul Contratto di Servizio
Auspico che la decisione adottata ieri dal Consiglio d’Amministrazione della Rai di approfondire l’esame del nuovo Contratto di Servizio non abbia come esito scontato il suo stravolgimento. E’ vero che il parere formulato dalla Commissione di Vigilanza non è vincolante ma è pur sempre il parere del Parlamento ed è un parere approvato all’unanimità. Sarebbe molto grave non tenerne conto.
lunedì 19 febbraio 2007
VICENZA E' STATA SOLO UNA CARNEVALATA ANTI USA
La manifestazione di Vicenza reca una chiara impronta antioccidenale ed antiamericana, la stessa che sul finire degli anni '70 animava i cortei contro l'installazione dei missili antisovietici. Ora come allora dietro la fatiscente facciata del pacifismo si vuole negare l'esistenza di un nemico da combattere: ieri il comunismo, oggi il terrorismo.
Resta da valutare l'impatto politico: o Prodi fa marcia indietro come gli intima una parte non irrilevante della sua stessa maggioranza oppure quella di oggi e' stato solo un anticipo del Carnevale. In entrambi i casi il corteo di Vicenza fotografa lo stato confusionale di un governo incapace di decidere unitariamente.
venerdì 16 febbraio 2007
LETTERA A PETRUCCIOLI, RAI CONTINUA A VIOLARE PLURALISMO POLITICO
Illustre Presidente, mi corre l’obbligo di sollevare, ancora una volta, la questione relativa alla partecipazione di esponenti politici nei programmi di intrattenimento e di informazione “leggera". L’esame degli ultimi rapporti dell’Osservatorio di Pavia evidenziano, infatti, che l’indirizzo approvato in data 11 marzo 2003 dalla Commissione che ho l’onore di presiedere, continua ad essere sostanzialmente disatteso, nonostante l’Azienda in più occasioni abbia fornito rassicurazioni circa il suo puntuale rispetto. Il perdurare nell’immediato futuro di questa patente violazione, rappresenterebbe un’intollerabile mancanza di sensibilità istituzionale nei confronti del Parlamento da parte della Concessionaria del Servizio pubblico radiotelevisivo, tanto più grave se dovesse protrarsi a ridosso della prossima campagna elettorale amministrativa. Per una più completa comprensione del fenomeno, ritengo necessario che alla Commissione siano forniti mensilmente i dati disaggregati del summenzionato genere di programmi con l’elenco completo, per ogni singola trasmissione, delle presenze di tutti i soggetti politici con la indicazione del relativo argomento trattato. La ringrazio per l’attenzione che vorrà riservare alla presente richiesta e, in attesa di un cortese riscontro, Le invio i miei più cordiali saluti.
Ci sono strani movimenti del Governo sulla Rai. Il ministro del Tesoro venga in Vigilanza
Registro strani movimenti intorno alla Rai: il ministro Gentiloni che dalle colonne dell''Unita'' detta le regole di bon ton istituzionale al consigliere Petroni, Prodi che inaugura una sede Rai in India con il direttore generale Cappon, infine una tornata di nomine presentate come decisive per la sopravvivenza del consiglio d'amministrazione, della serie prendere o lasciare. Ce ne e' abbastanza per chiedere al governo di stare lontano dalla Rai. Sto pensando di proporre al prossimo ufficio di presidenza l'audizione in Vigilanza del ministro Padoa Schioppa. Solo cosi', forse, il Parlamento attraverso l'organo istituzionalmente preposto, potra' conoscere le reali determinazioni del governo nei confronti della Rai e del suo consiglio di amministrazione.
giovedì 15 febbraio 2007
Le parole di Diliberto possono armare la mano degli idioti
L’on. Diliberto è quanto meno intempestivo perché utilizza un’espressione a dir poco spregevole contro un leader politico che proprio ieri è risultato essere nel mirino delle Brigate Rosse. Nessuno vuole mettere in relazione la polemica politica, anche aspra, con il delirio della lotta armata. Tuttavia, chi ha la responsabilità di guidare un partito dev’essere consapevole che affermare che ‘bisogna far vedere in tutti i modi che Berlusconi ci fa schifo’ può armare la mano di chi, a differenza di Diliberto, non può dimostrarlo in tv ma è pronto a farlo proprio ‘in tutti i modi’.
La Vigilanza Rai approva all'unanimità il parere al contratto di servizio. Un lavoro ben fatto.
Impegni piu' stringenti per la Rai sul fronte della transizione al digitale terrestre, della qualita', dell'accessibilita' dell'offerta, della trasparenza e della meritocrazia: sono queste, in sintesi, le principali indicazioni contenute nel parere, obbligatorio ma non vincolante, sul contratto di servizio 2007-2009 che la Vigilanza ha approvato oggi all'unanimita'. Un voto che ci rende molto soddisfatti. Abbiamo formulato il parere nei tempi previsti dalla legge, anzi un giorno prima della scadenza; inoltre l'unanimita' da' al parere forza, autorevolezza e cogenza, che 'costringeranno' i contraenti a tenerlo nella debita considerazione, tanto piu' perche' su alcuni aspetti specifici migliora di molto il testo sottoscritto dalla Rai e dal ministero delle Comunicazioni. Tra le proposte della Vigilanza, c'e' l'accelerazione dell'obiettivo del digitale terrestre, con precisi impegni della Rai su questo fronte. Poi l'identita' del servizio pubblico, segnalata anche attraverso un 'bollino', un simbolo che caratterizzi i programmi finanziati con il canone''. Ancora una maggiore ''accessibilita', sia in termini di considerazione per i disabili, sia in termini di possibilita' di accesso alla programmazione Rai nelle zone che non ricevono, per ragioni orografiche, il segnale terrestre: il parere della Vigilanza prevede infatti che in queste aree disagiate chi e' in regola con il canone riceva, senza oneri, i contenuti radio-tv di servizio pubblico via satellite e Internet. Quanto alla qualita', punto centrale del contratto di servizio, il Comitato scientifico di sei membri chiamato a vigilare sul raggiungimento degli obiettivi di 'valore pubblico' deliberera' a maggioranza dei componenti e, in caso di parita', sara' decisivo il voto del presidente (cioe' il componente designato dal ministero). Importanti novita' anche sul fronte della ''trasparenza e meritocrazia'': in particolare si prevede che a tali principi si ispirino le selezioni del personale e le progressioni di carriera. Un'altra proposta, approvata prevede invece che la Rai trasmetta alla Vigilanza, aggiornandoli ogni sei mesi, gli emolumenti erogati, le collaborazioni e gli appalti di servizio piu' significativi.
Nell'immediato futuro terremo audizioni per verificare lo stato di attuazione del contratto di servizio, obiettivo che vedra' impegnate la Vigilanza e Viale Mazzini ''con cadenza trimestrale''.
venerdì 9 febbraio 2007
LA CDL SI OPPONGA 'SENZA SE E SENZA MA' AI DICO
E' significativo che la sinistra radicale consideri i 'dico' dei semplici punti di partenza. E non ha torto. L'obiettivo di aprire una breccia nel muro dell'istituto familiare e' stato efficacemente centrato nonostante le maldestre mediazioni della Bindi, i sofferti distinguo dei teodem e l'annunciata opposizione di Mastella.
L'ala moderata della coalizione di governo farebbe bene aricordare che spesso la politica spaccia droghe, nonsomministra vaccini e che quasi sempre cedere per non perdereequivale a perdere dopo aver ceduto. Dal canto nostro occorremettere in campo un'opposizione senza se e senza ma ad undisegno di legge contorto, nebuloso, la cui unica mira consistenell'introdurre forme surrettizie di matrimonio.
E, tuttosommato, da questo punto di vista e' meglio la chiarezza dell'hidalgo Zapatero che la reticenza del sacrestano Prodi.
giovedì 8 febbraio 2007
SUL RICORDO DELLE FOIBE LA RAI NON ADEMPIE SUO RUOLO
Ho ricevuto dal presidente della Rai Petruccioli l'elenco dei programmi che la Rai dedichera' da oggi a sabato prossimo alla celebrazione della 'Giornata del ricordo', istituita dal Parlamento nel 2004. La cortese attenzione riservatami dal presidente della Rai non mi esime dall'evidenziare l'assenza nelle ore di massimo ascolto della rievocazione dell'esodo degli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia e della tragedia delle foibe. Il servizio pubblico radiotelevisivo ha un ruolo insostituibile nell'approfondimento di pagine della nostra nazionale troppo a lungo celate, se non addirittura negate.
Non avervi completamente adempiuto e' motivo di forte rammarico.
mercoledì 7 febbraio 2007
BRAVO CALDEROLI. IN SENATO HA MESSO PRODI AL TAPPETO
Bravo Calderoli. Il senatore leghista ha scovato la formula di rito solitamente utilizzata dalle maggioranze nei momenti topici dei voti di fiducia. Poche parole, semplici semplici: («Il senato, udite le dichiarazioni del ministro della difesa, le approva») per infiocchettare il geniale uovo di Colombo che l’altro ieri è andato di traverso alla cosiddetta maggioranza di governo. La coalizione di sinistra ha subito così il primo vero cazzotto dall’inizio della legislatura ed è finita subito al tappeto. È accaduto su un tema di grande rilevanza. Parliamo di politica internazionale, di difesa, di rapporti con gli Usa non di “lenzuolate” qualsiasi. Prodi, quello della “serietà al governo”, dovrebbe trarne le logiche, elementari conseguenze: dimettersi. Ovviamente, farà finta di niente. Neppure i contorcimenti dei suoi fedelissimi o le prese di posizione dei suoi alleati o, ancora, gli ultimatum incrociati all’interno della sua coalizione riusciranno a strappargli una reazione che vada al di là della classica scrollatina di spalle. Anzi, dirà che tutto è sotto controllo, che i dardi acuminati volati ieri tra Rutelli e Rifondazione comunista rientrano a buon diritto nella normale dialettica politica e che non c’è nulla, ma proprio nulla, da dubitare circa il fatto che il suo baraccone tirerà a campare per l’intera legislatura. Questa sarà la prima reazione, poi verrà il momento della liturgia ulivista: il vertice seguito dal documento delle buone intenzioni e dalle compunte dichiarazioni dei segretari di partito con le trite litanie sulla “maggioranza rafforzata” e così via fino al prossimo rovescio parlamentare. Un film penoso già visto nel corso degli ultimi mesi e di cui milioni e milioni di italiani aspettano con impazienza la fine. Ma dopo quel che è accaduto mercoledì nell’aula di Palazzo Madama qualche interrogativo deve porselo anche l’opposizione. Lo sganassone rimediato dal governo è solo all’apparenza un incidente di percorso. Certo, c’è di mezzo anche l’imponderabile, ma il dato politico non può essere eclissato da assenze, raffreddori e fraintendimenti. È infatti fuori discussione che si fa sempre più evidente il malessere nel settore non radicale del centrosinistra. Gli indizi in tal senso abbondano: l’uscita dai ds di Nicola Rossi, la defezione congressuale di Peppino Calderola, la divaricazione in atto sotto la Quercia sul Partito democratico, la riattivazione del cosiddetto tavolo dei volenterosi, le minacce di Mastella sui Pacs e si potrebbe continuare all’infinito. Tutto questo è già accaduto o sta accadendo, cioè è vero. Tutto vero. E noi? Per noi è arrivato il momento di essere chiari. Le chiacchiere sulla leadership del centrodestra e sul contenitore (federazione, partito unico e altro) stanno a zero. Insistere su questi temi non è solo ridicolo ma ormai sta diventando autolesionistico. Sembra che non si sia capaci di parlare d’altro, col risultato che chi decide di stare fuori da questo teatrino dell’assurdo può solo per questo essere scambiato per un gigante del pensiero. Proviamo invece a ragionare delle cose che uniscono. È possibile immaginare una moratoria di un anno su chi dovrà guidare il centrodestra alle prossime elezioni per parlare di pensioni, federalismo, famiglia, liberalizzazioni? Ci siamo accorti che in un recentissimo provvedimento, tra un’edicola soppressa e un distributore di benzina autorizzato, il Consiglio dei ministri ha soppresso ben otto articoli della riforma Moratti sulla scuola? Partiamo allora dai contenuti (come Alleanza nazionale ha fatto a Brescia) e sui contenuti incalziamo questo governo agonizzante. Basterà solo questo – ne sono convinti milioni di italiani – a fare entrare Prodi e il suo governo in vortice infernale dal quale non sarà più in grado di uscire. Troppo semplice? Può darsi, ma anche l’ordine del giorno presentato da Calderoni lo era. Eppure ha vinto, perché a volte la politica è come il calcio dove il successo non arride a chi elabora la tattica più sofisticata o il modulo più complesso ma a chi fa meglio le cose semplici. Si assuma quindi l’iniziativa, si convochi un vertice e i leader decidano che ogni questione non unanimemente condivisa è rinviata a momenti successivi per puntare invece su quelle che uniscono. Siamo all’opposizione e almeno possiamo permetterci il lusso di distinguere temi, tempi e modalità d’azione. Sfidare la maggioranza sulle cose da fare essendo noi uniti è il modo migliore per metterne a nudo limiti e contraddizioni. Proseguire sulla strada attuale, lastricata di distinguo, polemiche e ripicche allontana la prospettiva non tanto di un improbabile ritorno alle urne quanto di un ritorno alla politica, intesa come capacità di decidere.
Solo un dato i leader del centrodestra (Casini compreso) dovranno sentire come vincolante: la grande mobilitazione del 2 dicembre, autentico spartiacque nella storia della Casa delle libertà a prescindere da assenze e contromanifestazioni. Al di la di ogni tentazione retorica, sempre in agguato quando si celebra una così imponente manifestazione, da quella fantastica piazza San Giovanni ci è giunto un duplice monito: Prodi a casa, voi uniti. È appena il caso di evidenziare che il primo dipende anche da noi, il secondo solo da noi. Ma è altrettanto vero che se non crederemo alla necessità di unire le forze, probabilmente Prodi continuerà a galleggiare. E l’Italia ad affondare.
Solo un dato i leader del centrodestra (Casini compreso) dovranno sentire come vincolante: la grande mobilitazione del 2 dicembre, autentico spartiacque nella storia della Casa delle libertà a prescindere da assenze e contromanifestazioni. Al di la di ogni tentazione retorica, sempre in agguato quando si celebra una così imponente manifestazione, da quella fantastica piazza San Giovanni ci è giunto un duplice monito: Prodi a casa, voi uniti. È appena il caso di evidenziare che il primo dipende anche da noi, il secondo solo da noi. Ma è altrettanto vero che se non crederemo alla necessità di unire le forze, probabilmente Prodi continuerà a galleggiare. E l’Italia ad affondare.
Mario Landolfi
martedì 6 febbraio 2007
LA RAI CELEBRI IL RICORDO DELLE FOIBE
La Rai celebri il giorno dedicato alla memoria di tutte le vittime delle Foibe. Lo chiedo come presidente della commissione di Vigilanza Rai e come italiano in una lettera al presidente della Rai Claudio Petruccioli. Fissato al 10 febbraio di ogni anno dalla legge del 2004 il giorno del ricordo e' dedicato alla conservazione e al rinnovo della memoria della tragedia di tutte le vittime delle foibe, nonche' dell'esodo dalle loro terre degli italiani d'Istria, di Fiume e della Dalmazia che si trovarono, a seguito delle dolorose vicende dell'ultimo conflitto mondiale, in territori transitati alla ex Repubblica jugoslava. La ricorrenza assume quest'anno un significato peculiare poiché coincide con il 60° anniversario della firma del Trattato di Parigi, con il quale le potenze che presero parte alla Seconda Guerra mondiale sancirono la definitiva conclusione del conflitto. Illustrare la ricorrenza, e rinnovare nella memoria degli italiani il ricordo di quei tragici avvenimenti, scrive, e' un compito che rientra a pieno titolo tra le funzioni proprie della Societa' concessionaria. Il secolo appena trascorso ha purtroppo conosciuto una molteplicita' di analoghi, terribili avvenimenti, nei quali la perversa determinazione allo sterminio risulta ancora piu' evidente se la si confronta con i traguardi raggiunti dal progresso umano in ogni campo.
E compito della nostra generazione conservare il ricordo di ciascuna di tali tragedie, consegnando ai giovani il senso della sacralita' complessiva della vita umana, e dell empieta' di ogni azione che la sottometta a qualsivoglia esigenza ideologica o strumentale. In questo, il ruolo della RAI sara' insostituibile; e sono certo di interpretare il sentimento di tutta la Commissione che ho l'onore di presiedere nel raccomandare che la programmazione della concessionaria corrisponda pienamente a tale esigenza.
giovedì 18 gennaio 2007
Domani Convegno a Napoli, "Dalla Cultura della libertà al partito delle libertà"
Domani, venerdì 19 gennaio alle ore 18, il Presidente della Commissione Vigilanza Rai, on. Mario Landolfi, sarà a Napoli per partecipare al convegno “Dalla cultura della libertà al Partito delle libertà” organizzato dall’associazione Polo Sud all'interno del Circolo Posillipo.
Al convegno, che si presenta come l'occasione per discutere sulle future prospettive politiche del centrodestra, prenderanno parte anche l’on. Sandro Bondi, Coordinatore nazionale di Forza Italia, l’on. Roberto Maroni, Capogruppo dei deputati della Lega Nord ed il senatore Francesco D’Onofrio capogruppo al Senato per l’Udc.
Da Napoli e dal Sud, quindi, riprende il confronto interno alla Casa delle Libertà con l'obiettivo di delinerare il futuro modello di organizzazione del centrodestra italiano. Ma stavolta la prospettiva è diversa: lontani dalla dicotonomia partito unico-federazione, ma concentrati nell'individuazione di un percorso comune che abbia nei valori della libertà l'elemento unificante attorno al quale far crescere il nuovo soggetto politico.
mercoledì 17 gennaio 2007
CONTRATTO DI SERVIZIO RAI INIZIATA DISCUSSIONE IN PARLAMENTO
Ha avuto inizio oggi in Commissione Vigilanza Rai la discussione sul Contratto di servizio tra il Ministero delle Comunicazioni e la Rai e che si concluderà con l'espressione di un parere obbligatorio del parlamento. Il contratto deve essere applicato dal servizio pubblico in modo piu' cogente, e potrebbe esserci un ruolo della Vigilanza nella verifica degli obblighi. E' quanto ha convenuto oggi il Ministro Paolo Gentiloni, su mia esplicita richiesta, nel corso dell'audizione dello stesso ministro sul contratto di servizio. Il parere della Commissione di Vigilanza, infatti, arrivera' entro la prima meta' di febbraio, ma e' un parere obbligatorio e non vincolante. Mi preoccupa che il testo rimanga lettera morta''. Da parte sua Gentiloni ha spiegato che ''deve esserci un impegno comune tra ministero e Vigilanza a lavorare per rendere il piu' possibile credibile la verifica e l'attuazione del contratto di servizio una volta approvato. Negli scorsi 10-12 anni abbiamo infatti avuto documenti su cui quasi sempre non c'e' stata verifica''. A questo proposito ho chiesto che la Vigilanza possa avere ''una relazione periodica, trimestrale o semestrale, da parte della Rai sull'applicazione del contratto di servizio''. Possibilita' che Gentiloni non ha escluso, anzi il ministro si e' impegnato a che la Vigilanza possa essere coinvolta nella verifica degli obblighi''. ''Potremmo valutare - ha detto infatti Gentiloni - se riproporre la consuetudine di riferire alla Vigilanza in modo da avere, almeno sul piano politico, una verifica dell'attuazione''. Intanto prima di esprimere il suo parere la Vigilanza continuera' le sue audizioni sul contratto di servizio: domani tocca al direttore generale della Rai Claudio Cappon, e la prossima settimana dovrebbero essere ascoltati l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni e il Consiglio nazionale degli utenti.
PIU’ INFORMAZIONE IN RAI SUL NUOVO TFR
Garantire la “massima informazione possibile” al tema della “disciplina del trattamento di fine rapporto per i lavoratori dipendenti previsto dalla legge finanziaria per il 2007”. Questo il sento della lettera che ho inviato al Presidente del Cda Rai, Claudio Petruccioli.
“Illustre Presidente – così inizia la missiva - tra i contenuti della legge finanziaria per il 2007, recentemente approvata dal Parlamento, uno dei più significativi è certamente quello costituito dalla disciplina del trattamento di fine rapporto dei lavoratori dipendenti, che reca sensibili modifiche al precedente sistema di finanziamento del TFR, estendendo anche al pubblico impiego un modello normativo già in parte sperimentato per l’impiego privato”.
“Tale normativa richiede, come è noto, che i lavoratori dipendenti debbano effettuare alcune scelte relative alle modalità che garantiscono l’accantonamento delle somme, anche in riferimento ai rendimenti futuri di tali importi. Essi dovranno quindi valutare al riguardo una serie di condizioni e di presupposti, sia di carattere economico, sia di carattere normativo. E’ di tutta evidenza la rilevanza sociale di tali scelte, che potranno condizionare la vita di milioni di famiglie italiane”.
“Diviene quindi estremamente importante garantire la massima informazione possibile su tali temi, e risulterà al riguardo di rilievo primario il ruolo che potrà svolgere la Rai, nell’esercizio della sua funzione di servizio pubblico. Sono quindi con la presente a rappresentarLe l’opportunità che la società concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico ponga in essere ogni sforzo atto ad agevolare la migliore conoscenza della normativa, e di ogni ulteriore informazione utile a garantire che ciascun lavoratore interessato possa effettuare le proprie scelte in piena consapevolezza. Sono altresì certo di interpretare la volontà di tutta la Commissione che ho l’onore di presiedere nell’assicurarLe ogni possibile supporto, da parte della Commissione stessa, alle iniziative che la Rai vorrà al riguardo intraprendere”
“Illustre Presidente – così inizia la missiva - tra i contenuti della legge finanziaria per il 2007, recentemente approvata dal Parlamento, uno dei più significativi è certamente quello costituito dalla disciplina del trattamento di fine rapporto dei lavoratori dipendenti, che reca sensibili modifiche al precedente sistema di finanziamento del TFR, estendendo anche al pubblico impiego un modello normativo già in parte sperimentato per l’impiego privato”.
“Tale normativa richiede, come è noto, che i lavoratori dipendenti debbano effettuare alcune scelte relative alle modalità che garantiscono l’accantonamento delle somme, anche in riferimento ai rendimenti futuri di tali importi. Essi dovranno quindi valutare al riguardo una serie di condizioni e di presupposti, sia di carattere economico, sia di carattere normativo. E’ di tutta evidenza la rilevanza sociale di tali scelte, che potranno condizionare la vita di milioni di famiglie italiane”.
“Diviene quindi estremamente importante garantire la massima informazione possibile su tali temi, e risulterà al riguardo di rilievo primario il ruolo che potrà svolgere la Rai, nell’esercizio della sua funzione di servizio pubblico. Sono quindi con la presente a rappresentarLe l’opportunità che la società concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico ponga in essere ogni sforzo atto ad agevolare la migliore conoscenza della normativa, e di ogni ulteriore informazione utile a garantire che ciascun lavoratore interessato possa effettuare le proprie scelte in piena consapevolezza. Sono altresì certo di interpretare la volontà di tutta la Commissione che ho l’onore di presiedere nell’assicurarLe ogni possibile supporto, da parte della Commissione stessa, alle iniziative che la Rai vorrà al riguardo intraprendere”
venerdì 12 gennaio 2007
Lettera al Corriere della Sera su Aldo Grasso che vuole abolire la Vigilanza Rai
Signor Direttore
mi consenta di incrociare la mia lama con quella di Aldo Grasso, che sul “Corriere” di oggi, giovedì 11, propone di “abolire la Commissione di vigilanza”. La RAI, è la tesi, è da sempre considerata “bottino di guerra” della politica: anche la Fondazione prevista dalla riforma non potrebbe garantirne l’autonomia perché la politica continuerebbe a tenerle “il fiato sul collo”, ed il primo rimedio sarebbe appunto la sparizione della Commissione parlamentare, “ultimo residuo di Minculpop”.
Grasso è osservatore troppo attento per non ricordare che quando negli anni Settanta la Corte costituzionale prima e il Parlamento poi decisero di attribuire l’indirizzo e la vigilanza sulla radiotelevisione (non il controllo) ad un organo parlamentare, sottraendolo al Governo, lo fecero proprio per evitare situazioni da Minculpop. Quella del Parlamento, che più di ogni altra istituzione rappresenta tutte le istanze della società, e trae dal popolo la sua diretta legittimazione, fu una scelta di garanzia democratica. Grasso pensa che oggi questa esigenza di garanzia sia superata?
Certo, si può certo ragionare se la Commissione di vigilanza, che ho l’onore di presiedere, debba essere lasciata come è adesso, o se le sue funzioni debbano essere ridotte oppure potenziate. Tra i suoi poteri rientra oggi, per esempio, quello di designare il Consiglio di amministrazione della RAI, come all’epoca della sua istituzione. Ma tra il 1993 ed il 2004, negli anni in cui questo potere le era stato sottratto, la RAI è stata forse governata con maggiore indipendenza?
Possiamo discutere su come ridefinire la Commissione, anzi è doveroso nel momento in cui si mette in cantiere l’ennesima riforma dell’emittenza pubblica. Ma a quale organo daremo il potere di decidere, ad esempio, come suddividere gli spazi televisivi, e quindi di valutare se l’UDEUR, o se si preferisce l’UDC oppure il Partito Radicale, è più significativo, più rilevante politicamente e socialmente, dell’Associazione degli amici di Aldo Grasso o di Mario Landolfi? E che quindi merita uno spazio televisivo che a quest’ultima non può essere dato? Un esempio per tutti, lontano dall’attualità. Nel 1998, quando cadde il primo governo Prodi, alle Tribune politiche potevano accedere solo i partiti che costituissero un Gruppo parlamentare. A seguito della crisi, Rifondazione comunista scese al di sotto del numero minimo di parlamentari e non potè più essere considerata un Gruppo. Se la Commissione non avesse avuto il potere di adattare sùbito la regola alla circostanza, ammettendo quel partito alle trasmissioni – e se non si fosse presa la responsabilità politica di farlo – avremmo avuto per assurdo un dibattito sulla crisi di Governo senza proprio quel partito che la crisi aveva determinato. Quale altro organismo o istituzione potrebbe svolgere più propriamente questo compito?
Al contrario – e qui sì che entro nell’attualità – dovremmo ragionare del perché la RAI non segua le indicazioni della Commissione parlamentare. Del perché, ad esempio, continui ad invitare tanti politici nelle trasmissioni di intrattenimento, quando la Commissione lo ha vietato da quasi quattro anni. Del perché la RAI non segua neppure le indicazioni date dal rispetto degli utenti e dal buonsenso, e continui ad iniziare i programmi in ritardo sugli orari previsti. E mi fermo qui. Ma in questa situazione vogliamo sopprimere la Vigilanza? Non piuttosto potenziarla?
Insomma, la riforma della RAI ha bisogno di tante cose, simboliche e concrete, e forse anche della riforma della Commissione. Ma una garanzia per le attività televisive, quella, deve essere mantenuta, e deve essere lasciata al Parlamento, che è la casa di tutti e non può essere identificato con “l’inciucio” o con la partitocrazia. Ne andrebbe della nostra democrazia. Del resto si può discutere. Anzi, si deve.
Mario Landolfi
mi consenta di incrociare la mia lama con quella di Aldo Grasso, che sul “Corriere” di oggi, giovedì 11, propone di “abolire la Commissione di vigilanza”. La RAI, è la tesi, è da sempre considerata “bottino di guerra” della politica: anche la Fondazione prevista dalla riforma non potrebbe garantirne l’autonomia perché la politica continuerebbe a tenerle “il fiato sul collo”, ed il primo rimedio sarebbe appunto la sparizione della Commissione parlamentare, “ultimo residuo di Minculpop”.
Grasso è osservatore troppo attento per non ricordare che quando negli anni Settanta la Corte costituzionale prima e il Parlamento poi decisero di attribuire l’indirizzo e la vigilanza sulla radiotelevisione (non il controllo) ad un organo parlamentare, sottraendolo al Governo, lo fecero proprio per evitare situazioni da Minculpop. Quella del Parlamento, che più di ogni altra istituzione rappresenta tutte le istanze della società, e trae dal popolo la sua diretta legittimazione, fu una scelta di garanzia democratica. Grasso pensa che oggi questa esigenza di garanzia sia superata?
Certo, si può certo ragionare se la Commissione di vigilanza, che ho l’onore di presiedere, debba essere lasciata come è adesso, o se le sue funzioni debbano essere ridotte oppure potenziate. Tra i suoi poteri rientra oggi, per esempio, quello di designare il Consiglio di amministrazione della RAI, come all’epoca della sua istituzione. Ma tra il 1993 ed il 2004, negli anni in cui questo potere le era stato sottratto, la RAI è stata forse governata con maggiore indipendenza?
Possiamo discutere su come ridefinire la Commissione, anzi è doveroso nel momento in cui si mette in cantiere l’ennesima riforma dell’emittenza pubblica. Ma a quale organo daremo il potere di decidere, ad esempio, come suddividere gli spazi televisivi, e quindi di valutare se l’UDEUR, o se si preferisce l’UDC oppure il Partito Radicale, è più significativo, più rilevante politicamente e socialmente, dell’Associazione degli amici di Aldo Grasso o di Mario Landolfi? E che quindi merita uno spazio televisivo che a quest’ultima non può essere dato? Un esempio per tutti, lontano dall’attualità. Nel 1998, quando cadde il primo governo Prodi, alle Tribune politiche potevano accedere solo i partiti che costituissero un Gruppo parlamentare. A seguito della crisi, Rifondazione comunista scese al di sotto del numero minimo di parlamentari e non potè più essere considerata un Gruppo. Se la Commissione non avesse avuto il potere di adattare sùbito la regola alla circostanza, ammettendo quel partito alle trasmissioni – e se non si fosse presa la responsabilità politica di farlo – avremmo avuto per assurdo un dibattito sulla crisi di Governo senza proprio quel partito che la crisi aveva determinato. Quale altro organismo o istituzione potrebbe svolgere più propriamente questo compito?
Al contrario – e qui sì che entro nell’attualità – dovremmo ragionare del perché la RAI non segua le indicazioni della Commissione parlamentare. Del perché, ad esempio, continui ad invitare tanti politici nelle trasmissioni di intrattenimento, quando la Commissione lo ha vietato da quasi quattro anni. Del perché la RAI non segua neppure le indicazioni date dal rispetto degli utenti e dal buonsenso, e continui ad iniziare i programmi in ritardo sugli orari previsti. E mi fermo qui. Ma in questa situazione vogliamo sopprimere la Vigilanza? Non piuttosto potenziarla?
Insomma, la riforma della RAI ha bisogno di tante cose, simboliche e concrete, e forse anche della riforma della Commissione. Ma una garanzia per le attività televisive, quella, deve essere mantenuta, e deve essere lasciata al Parlamento, che è la casa di tutti e non può essere identificato con “l’inciucio” o con la partitocrazia. Ne andrebbe della nostra democrazia. Del resto si può discutere. Anzi, si deve.
Mario Landolfi
mercoledì 10 gennaio 2007
RAI: LANDOLFI, DIETRO LINEE GUIDA RISCHIO SPEZZATINO AZIENDA
Nelle linee guida sulla riforma della Rai presentate dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, il presidente della commissione di Vigilanza, Mario Landolfi, intravede il rischio di uno ''spezzatino'' e di una ''svendita'' della tv pubblica. Di solito quando il Governo vuole riformare un settore presenta un articolato, un progetto di legge. Qui, invece, si apre un dibattito il cui fine ultimo e' lo spezzatino della Rai, la svendita a qualcuno. Questo mi sembra il succo politico dell' operazione. In linea di principio siamo d' accordo con l' idea di una fondazione come azionista, ma e' un obiettivo raggiungibile anche a legislazione vigente. Siamo invece fermamente contrario alla divisione in piu' societa', che prefigura lo spezzatino dell' azienda e l' ingresso di capitali privati dentro la societa' finanziata esclusivamente dalla pubblicita'. Si va verso la cessione di una parte della Rai ai privati, non mi sembra un buon modo per garantire l' unitarieta' del servizio pubblico.
In sostanza, o si ha il coraggio di dire 'privatizziamo la Rai', oppure si dice conserviamo, potenziamo e valorizziamo il servizio pubblico. Qui, invece, si prende una strada un po' ibrida, timida e incerta, che vuole accontentare tutte le componenti della maggioranza, ma che e' difficilmente attuabile. Non si chiude mai al confronto, e' naturale che si sviluppi un dibattito, ma sarebbe piu' opportuno discutere su un testo concreto. E, invece, le linee guida dicono tutto e il contrario di tutto: non emerge chiara la volonta' del Governo. Per il presidente della Vigilanza, comunque, ''si puo' ragionare sull' ipotesi di un canone triennale, nonche' immaginare, come prevedono le linee guida, esenzioni per i meno abbienti, togliendo questo odioso balzello a carico di chi non se lo puo' permettere.
In sostanza, o si ha il coraggio di dire 'privatizziamo la Rai', oppure si dice conserviamo, potenziamo e valorizziamo il servizio pubblico. Qui, invece, si prende una strada un po' ibrida, timida e incerta, che vuole accontentare tutte le componenti della maggioranza, ma che e' difficilmente attuabile. Non si chiude mai al confronto, e' naturale che si sviluppi un dibattito, ma sarebbe piu' opportuno discutere su un testo concreto. E, invece, le linee guida dicono tutto e il contrario di tutto: non emerge chiara la volonta' del Governo. Per il presidente della Vigilanza, comunque, ''si puo' ragionare sull' ipotesi di un canone triennale, nonche' immaginare, come prevedono le linee guida, esenzioni per i meno abbienti, togliendo questo odioso balzello a carico di chi non se lo puo' permettere.
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